lunedì 23 giugno 2014

Le Otto proposte di Prodi per il rilancio dell’industria
Roba da ridere (per non piangere)





Un consiglio:  cari amici lettori  leggete  subito le Otto proposte ( o "mosse") di Prodi per il rilancio dell’industria (*). Certo, ci si rovina la colazione...  Ma ne vale la pena,  perché rappresentano la riprova del semianalfabetismo economico  del ex Premier,  ben  innaffiato, come prevedibile,  da ovvietà dirigiste nel peggiore  stile  sinistra democristiana.  Roba da ridere (per non piangere) Vediamole  da vicino.
Primo punto. Se le imprese non ricevono  denari  dalle banche, la colpa è delle imprese  che - scoperta dell' acqua calda-  devono  imparare ad autofinanziarsi…  E come?  Se la pressione fiscale è a livelli proibitivi? 
Secondo punto: vanno incentivate le fusioni e  concentrazioni. Le piccole imprese devono sparire. Perfetto. Come uccidere il modello economico italiano.
Terzo punto. Servono più fondazioni, per favorire la discontinuità dell’imprese italiane, di tipo “famigliare”,  e  aprire  a nuovi apporti esterni. Certo, per come sono andate male  le Fondazioni è  proprio il caso di insistere…  
Quarto punto. Bisogna aiutare gli imprenditori falliti a tornare in campo. E chi paga? Lo Stato, of course…   Ergo nuove  tasse…
Quinto punto.  Per incrementare  gli investimenti esteri in Italia, oltre alle  solite  semplici-semplici-semplici cose  da fare ( più flessibilità, meno burocrazia, più sicurezza),  vanno subito  costruite  buone scuole per i  figli dei collaboratori esteri…  Si commenta da sé…
Sesto punto. Bisogna scegliere tra meccanica strumentale ed elettronica di consumo.   E chi decide? Il mercato? Non sia mai... Decide lo Stato,  come accadeva nei paesi del socialismo reale...
Settimo punto. Nuova politica energetica.  Anche qui, chi decide?  Lo Stato, ovviamente…  Ergo nuove  tasse…
Ottavo punto.   Vanno  subito create reti  di ricerca alla tedesca (Fraunhofer)   destinate a risolvere i problemi di innovazione della imprese…  Così come per incanto…  E chi paga?   Lo Stato, naturalmente… Ergo nuove  tasse…
Insomma, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore…  Quindi tasse-tasse-tasse-tasse...  Prodi è una specie di disco rotto (statalista).   
Esistono due tipi  di cretinismo economico.  Quello di chi non conosce  l’economia  e parla a vanvera. E quello di chi conosce una sola teoria e  pretende di sapere tutto… Quest’ultimo è il caso di Prodi, un semianalfabeta.  Dell'ovvio democristiano, con "scappellamento" a sinistra...

Carlo Gambescia   

(*)

4 commenti:

  1. Caro Carletto, tra Prodi che dispensa ricette salvifiche, sperando in una chiamata al Quirinale e Fini che indice un convegno per salvare la DESTRA, sperando in una qualche visibilità mediatica, dopo il suo totale fallimento, abbiamo un altro esempio di uomini in rovina accartocciati tra le rovine... ma vadano a cagare, come si invita in Romagna. ciao

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  2. A differenza di Amato, che non a caso porta un soprannome appropriato e ha fatto un dietrofront sostanziale (che comunque non lo assolve dall'aver preso decisioni arbitrarie in nome e per conto del Popolo italiano), lui insiste su teorie che hanno devastato la piccola e media impresa per poi dichiarare di voler sostenere chi ha fallito a causa delle sue ipotesi mai decollate? Schizofrenia acuta? O che cosa?
    Non solo è cretino, ma è anche un cretino in cattiva fede: unico caso di meno x meno = meno.
    A proposito di meno, un paio di sonori schiaffoni?

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  3. Grazie Carlo. Giornata dura. Perciò è sempre bello leggere le parole di un amico, altrettanto dure, ma nella direzione giusta. :-) Abbraccio!

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