La vittoria di Livorno
Conferma:
Il MoVimento Cinque Stelle è di sinistra
“Livorno.
Espugnata la Roccaforte
rossa”. Così i media definiscono la
vittoria del MoVimento 5 Stelle. Voto di
sinistra? Voto di destra? Voto di centro?
Quel quasi quattordici per cento in più di voti rispetto al primo turno, potrebbe essere giunto da una sinistra divisa e prigioniera di faide interne. Quindi, se il Pd fosse stato unito, avrebbe vinto. Idem a Civitavecchia.
Tutto ciò aumenta i nostri sospetti su una questione molto importante. Quale? Che il M5S sia un movimento dall'impronta chiaramente di sinistra. E, questo, al di là del fatto che i flussi di
voto, a cominciare dalle politiche, indichino che un terzo dei consensi pentastellati proviene dal centrodestra, Certo si tratta di una forza politica fortemente venata di populismo, ma di sinistra. Infatti, è verissimo che siamo davanti a un movimento politico nemico della "casta", diffidente verso il mercato e la Chiesa, sensibile ai richiami dell’idea cospirativa e di una ingenua forma di democrazia diretta . Ma che, indubbiamente, resta ancorato, - ecco il punto- all'idea dello stato-che-vede-e-provvede (di sicuro gli idealisti sosterranno che essere di sinistra è altra cosa, eccetera, eccetera...).
Ovviamente, Grillo e dirigenti politici, pur di catturare voti e raggiungere il famigerato 51 per cento, si definiscono al di là della destra e della sinistra. Non dimentichiamo che in Italia esiste anche un forte populismo di estrema destra, per il quale votano elettori che senza porsi tanti problemi parlano, anche pubblicamente, di voler mettere al muro questo o quel membro della "casta". E quindi sono elettori potenzialmente in sintonia con l'inquietante populismo, di cui Beppe Grillo si fa, spesso ferocemente, messaggero e inteprete.
Ovviamente, Grillo e dirigenti politici, pur di catturare voti e raggiungere il famigerato 51 per cento, si definiscono al di là della destra e della sinistra. Non dimentichiamo che in Italia esiste anche un forte populismo di estrema destra, per il quale votano elettori che senza porsi tanti problemi parlano, anche pubblicamente, di voler mettere al muro questo o quel membro della "casta". E quindi sono elettori potenzialmente in sintonia con l'inquietante populismo, di cui Beppe Grillo si fa, spesso ferocemente, messaggero e inteprete.
Esiste però un dato ideologico-programmatico legato a un fattore di mentalità che, in qualche modo va oltre le posizioni personali degli stessi fondatori del movimento. Un specie di credo - di fatto valoriale - che abbraccia dirigenti, attivisti, votanti e che conferma le patenti di sinistra del M5S: lo statalismo. Si pensi alla recente posizione di Fico sulla Rai, all’idea, per quanto confusa, di istituire un
reddito di cittadinanza, al sostegno, a prescindere, che viene dato al lavoro rispetto al capitale, all’attribuzione
della crisi fiscale dello stato alla corruzione, ai privilegi, all’evasione e
non al micidiale mix pressione fiscale/spesa pubblica, scaturito e sviluppatosi nel tempo dall’
ingombrante e diseducativa (per imprese cittadini) presenza dello stato in quasi tutti gli ambiti societari.
Sintetizzando:
per i pentastallati, lo stato non è il
problema ma la soluzione. Tipica idea costruttivista di sinistra. Che, ovviamente qui in
Italia, esercita il suo vischioso fascino, oltre
che sull’elettore post comunista, su quello cattolico (di sinistra) e di
destra (sociale).
Il
che significa che una volta potere, il MoVimento 5 Stelle tasserebbe, complice anche la fissa pentastallata per l’ecologia, addirittura l’aria
che purtroppo non possiamo non respirare.
Carlo
Gambescia
Post eccellente. Concordo su tutto. Saluti Daniele
RispondiEliminaGrazie Daniele sempre generoso!
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