Arresti domiciliari per la “mamma” di Cogne
Tana libera ( o quasi)
per Annamaria Franzoni
Annamaria Franzoni andrà agli
arresti domiciliari. Così ha deciso
il Tribunale di Sorveglianza di Bologna che, recependo la perizia
psichiatrica, ha evidentemente ritenuto “intatta” la “capacità genitoriale” della Franzoni, meritevole di intraprendere “un percorso di
risocializzazione e rieducazione” .
Il caso in sé, pur destando all'epoca grandissimo interesse mediatico,
rientra nella
triste e scontata casistica, anche motivazionale, della violenza domestica verso i minori. Quindi non ci sarebbe molto da dire. Certo,
nel caso, condotta brutalmente da uno dei genitori fino alle estreme conseguenze. Abissi della psiche umana.
Quel che invece colpisce è la questione
di fondo. Si può uccidere un figlio e conservare “intatta” la propria “capacità
genitoriale”? Addirittura nel provvedimento
si accenna “al contesto familiare coeso”
- quindi basato sull’interazione virtuosa
tra i suoi membri, Annamaria Franzoni inclusa - quale “elemento
di sostegno nel percorso di risocializzazione” della donna...
Insomma, sembra che qui sia in gioco il valore del concetto rieducativo della pena:
quel dare scontato per principio, tipico del
diritto moderno, che l’individuo sia sempre recuperabile, anche contro la sua
stessa volontà. O comunque fino a prova contraria.
Del resto, attualmente, il gigantesco
sistema dei delitti e delle pene è gestito
da una macchina organizzativa (giudici, poliziotti, carcerieri, periti, assistenti
sociali) che per funzionare ha bisogno, per così dire, di certezze amministrative. Guai perciò a chiunque metta in discussione
i massimi sistemi. Il Moloch burocratico è fatto così:
non pensa, applica ed esegue. Si chiama “banalità del bene” o del male,
dipende dalla situazione e dall’animus degli esecutori di turno.
Forse i giudici potrebbero fare qualcosa… E invece tacciono: per varie ragioni che non stiamo qui ad
analizzare, i magistrati, in larghissima parte, si sono trasformati in educatori mainstream, proni ai pareri degli esperti…
E così basta che un perito, sulla
base di protocolli pseudo-scientifici (sono
inesatte le scienze esatte, figurarsi le scienze sociali…), dichiari l’impossibilità della “recidiva” e il gioco è fatto: tana libera ( o quasi) per
Annamaria Franzoni.
Carlo Gambescia
inCOGNito
RispondiElimina;-) Abbraccio!
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