martedì 25 febbraio 2014

La triplice sfida di Renzi
Auguri Matteo!



Matteo Renzi  c’è  piaciuto.  Sì,  piaciuto, come si dice a proposito di una ricca  tagliata di carne, in mostra su una bella tavola apparecchiata...  
Naturalmente, parliamo, non tanto dei contenuti (sui quali  Renzi si  è tenuto abbottonato) quanto della forma, del modo di esporre, semplice e colloquiale, poco istituzionale.  E poi, ormai è chiaro, Renzi  non è un nostalgico del comunismo, né un simpatizzante della socialdemocrazia dei “Trenta Gloriosi”. L’ex sindaco di Firenze,  immagina   una sinistra moderna, vicina ai cittadini senza essere oppressiva,  ovviamente europea, nemica di ogni forma di razzismo, aperta al mercato, anche se probabilmente non meno “tassatrice”, come purtroppo impone  l’ album di famiglia  della   sinistra  egualitaria. Nessuno è perfetto.   
Inoltre, cosa non secondaria,  Renzi sembra  aver perfettamente capito l’inutilità delle guerre ideologiche, a partire dal ventennale conflitto tra berlusconiani e antiberlusconiani.
Insomma, siamo davanti a un politico, certamente di sinistra, ma giovane, pragmatico, intelligente, comunicatore. Si pensi alla differenza, non solo fisica con altri leader del centrosinistra, come, Prodi, D’Alema,  Letta e perfino  Rutelli e Veltroni, troppo legati, gli ultimi due, anche se riformisti,  al paludato universo politico  della Prima Repubblica.
Ovviamente, la tagliata va assaggiata e  mangiata…  E qui nascono tre  problemi:  il primo è che  Renzi è avanti  anni luce rispetto alla sinistra italiana, perciò troverà  forti resistenze conservatrici all’interno e all’esterno del Pd;  il secondo è che le maggioranza sui cui  si regge è la stessa risicata maggioranza del governo Letta: il terzo è che dovrà  mostrare con i fatti di essere all’altezza della situazione.  
Diciamo che siamo davanti a una  triplice sfida: di Renzi:  con le sue ambizioni,   con la sinistra,  con la sua maggioranza.  Il che,  forse è un po’ troppo per le giovani spalle di un ex sindaco, ripetiamo, molto ambizioso.  Si spera   però che possa farcela,  soprattutto  per l’Italia.   E anche  per  la tanto auspicata - almeno da tre decenni  -  modernizzazione della  sinistra.      
Auguri Matteo!  

Carlo Gambescia


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