La triplice sfida di Renzi
Auguri Matteo!
Matteo Renzi c’è piaciuto. Sì, piaciuto, come si dice a proposito di una
ricca tagliata di carne, in mostra su
una bella tavola apparecchiata...
Naturalmente, parliamo, non tanto
dei contenuti (sui quali Renzi si è tenuto abbottonato) quanto della forma, del
modo di esporre, semplice e colloquiale, poco istituzionale. E poi, ormai è chiaro, Renzi non è un nostalgico del comunismo, né un
simpatizzante della socialdemocrazia dei “Trenta Gloriosi”. L’ex sindaco di
Firenze, immagina una sinistra moderna, vicina ai cittadini
senza essere oppressiva, ovviamente
europea, nemica di ogni forma di razzismo, aperta al mercato, anche se
probabilmente non meno “tassatrice”, come purtroppo impone l’ album di famiglia della
sinistra egualitaria. Nessuno è
perfetto.
Inoltre, cosa non secondaria, Renzi sembra
aver perfettamente capito l’inutilità delle guerre ideologiche, a
partire dal ventennale conflitto tra berlusconiani e antiberlusconiani.
Insomma, siamo davanti a un
politico, certamente di sinistra, ma giovane, pragmatico, intelligente,
comunicatore. Si pensi alla differenza, non solo fisica con altri leader del
centrosinistra, come, Prodi, D’Alema,
Letta e perfino Rutelli e
Veltroni, troppo legati, gli ultimi due, anche se riformisti, al paludato universo
politico della Prima Repubblica.
Ovviamente, la tagliata va
assaggiata e mangiata… E qui nascono tre problemi:
il primo è che Renzi è
avanti anni luce rispetto alla sinistra italiana,
perciò troverà forti resistenze
conservatrici all’interno e all’esterno del Pd; il secondo è che le maggioranza sui cui si regge è la stessa risicata maggioranza del
governo Letta: il terzo è che dovrà
mostrare con i fatti di essere all’altezza della situazione.
Diciamo che siamo davanti a una triplice sfida: di Renzi: con le sue ambizioni,
con la sinistra, con la sua maggioranza. Il che, forse è un po’ troppo per le giovani spalle
di un ex sindaco, ripetiamo, molto ambizioso. Si spera però che possa farcela, soprattutto per l’Italia. E anche per la tanto auspicata - almeno da tre decenni - modernizzazione della sinistra.
Auguri Matteo!
Carlo Gambescia
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