Decadenza
Alcuni vecchi amici mi hanno
invitato a parlare - in verità l'argomento l’ho suggerito io - di decadenza.
Concetto, nel senso di una rappresentazione mentale di un determinato aspetto della
realtà, difficile e affascinante al
tempo stesso. L’appuntamento è per il
tardo pomeriggio.
Si tratta di un tema cui sto
lavorando. Penso a un libro. Come per altri miei lavori, non
ho scelto il "soggetto" a caso o perché di
moda, bensì per una necessità
legata a un percorso personale di ricerca intorno alle
grandi questioni della metapolitica.
Indubbiamente, la decadenza, dal punto di vista analitico,
rientra in pieno nello studio del ciclo politico. Parliamo della
fase (una delle fasi) di un processo ciclico, dal momento che i fenomeni
sociali, almeno nelle loro forme, tendono a ripetersi nel tempo.
Qui però iniziano i problemi.
Innanzitutto di definizione. Ne rileviamo solo alcuni. Che cos’è la decadenza? Decadenza rispetto a che cosa?
Decadenza dal punto di vista di chi osserva il fenomeno? Oppure dal
punto di vista dell’osservato?
Questi interrogativi indicano
che il concetto di decadenza è un concetto che si può studiare solo se riferito
a un giudizio di valore. E i giudizi di valore sono tanti quanti sono gli
uomini.
Detto in altri termini: quel che
è decadenza per gli uni è progresso per gli altri. E così via…
Allora, non esiste un grado zero?
O se si preferisce un minimo comun
denominatore? In effetti, esistono dei
parametri istituzionali minimi.
Si pensi alla teoria ciclica
delle forme di stato e di governo. Che ovviamente è altrettanto imbevuta di
giudizi di valore. Per un monarchico la repubblica (nel senso moderno del
termine) e un segno di decadenza e viceversa.
Si pensi alle spiegazioni demografiche, economiche, ecologiche,
politologiche; spiegazioni sicuramente
fondate e interessanti, che
tuttavia non spiegano la sopravvivenza di un sistema ideologico, Si pensi, per dirne solo una, al ruolo del
diritto romano, sopravvissuto
alla caduta di Roma.
A questo punto, anche per
concludere, è possibile stabilire
quattro livelli cognitivi, crescenti e
successivi di analisi del fenomeno decadenza
(nel senso che il secondo
livello include il primo e così
via).
a) la sociologia della decadenza
come analisi del romanzo sulla decadenza, come sistema narrativo-dottrinario, fondato su giudizi di valore.
b) la sociologia della decadenza,
come spiegazione, in termini di sociologia della conoscenza, del
perché gli intellettuali, ciclicamente, tornano a parlare di decadenza.
c) la teoria della decadenza, come grande tavola analitica in grado di
raccogliere e rappresentare, per approssimazioni successive, diremmo per
distillazione, il sapere teorico intorno alla decadenza.
d) la sociologia della decadenza
come ricerca dei parametri minimi per misurare oggettivamente il “fenomeno decadenza”.
Bibliografia minima
Pierre Chanu, Histoire et decadence,
Perrin 1981, pp. 366.
Julien Freund, La décadence, Sirey 1984, pp. 408.
Arthur Herman, The Idea of Decline in Western History, The Free Press 1997, pp 522.
Carlo Gambescia
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