Il "caso" Di Canio
In Italia tutti conoscono le simpatie dell' ex laziale Paolo Di Canio per Mussolini. "Famoso" anche per un paio o forse più di saluti romani all’Olimpico. Ora, in Gran Bretagna, un alto dirigente del Sunderland, David Miliband ( rampollo di una famiglia di laburisti di sinistra; il padre scrisse un' eccellente storia del labour party) si è rifiutato di assumerlo come allenatore. Cosa dire?
Che un fascista può essere un buon coach indipendentemente dall’ideologia che ha sposato. Di Canio dovrà provare sul campo le sue capacità. Una regola che non può non valere anche per allenatori liberali, socialisti, democristiani, eccetera… Ma che sembra non piacere a certa sinistra, depositaria dell’ antifascismo perpetuo, sempre pronta a scagliare anatemi.
E se Di Canio, una volta assunto, dovesse ricominciare con le dichiarazioni pro Mussolini e i saluti romani? Proverebbe che esiste anche un fascismo perpetuo… Insomma, che la fiamma è ancora accesa, per dirla con la tronfia retorica dell’ultradestra. E dove ci sono le fiamme urgono però i pompieri, altrettanto impettiti, dell’antifascismo. E così via…
Perché continuare a farsi del male?
Carlo Gambescia
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