Sulla scuola di Adro e dintorni
I "segregazionisti" del Nord
Il
giudice civile Gianluca Alessio l’ha messa giù dura: rimozione del simbolo
padano, esposizione delle bandiera italiana ed europea, pagamento delle spese
processuali. Infatti, il tribunale di Brescia ha accolto il ricorso della Flc
Cgil di Brescia, contro la decisione del comune di Adro di contrassegnare,
diciamo d’ufficio, con il simbolo del ”Sole delle Alpi” tutti gli arredi del
locale edificio scolastico. E per settecento volte…Una overdose di simboli
molto rappresentativa di ciò che Robert Hofstadter, storico americano, definì
lo “stile paranoico” del segregazionismo Usa.
Che c’entrano gli Stati Uniti con la
Lega nord? C’entrano. Perché, purtroppo, siamo davanti al
“segregazionismo” della Lega verso coloro che non sono “nordici”. Al prossimo
giro, potremmo avere le scuole solo per italiani e immigrati… E, come in
America, il razzismo paranoico nei riguardi dei neri, a cominciare dall’uso dei
simboli, venne combattuto a colpi di sentenze, anche in Italia, a causa delle
paranoie leghiste, sembriamo destinati a incamminarci sulla stessa strada.
Forse siamo duri con la Lega ?
E, a nostra volta, un pizzico paranoici perché crediamo di scorgere il razzismo
dove c’è solo sana voglia di riappropriarsi delle tradizioni locali? No. Leggere
per credere le condivisibili argomentazioni del giudice Alessio: «È in
relazione alla stretta relazione tra la libertà di insegnamento, la funzione
educativa svolta dal docente e il carattere laico della scuola pubblica che si
evidenzia la possibile interferenza che una situazione come quella descritta
può effettivamente incidere, in particolare, sulla funzione formativa del
docente. Si tratta di operare in un ambiente che si connota per una sorta di
vero e proprio inquinamento con segni partitici e lo si satura in modo tale da
imporre (secondo metodi invasivi, ben noti agli studiosi di processi mediatici)
nella coscienza - questa sì, non pienamente formata - dei discenti, per di più
di tenera età, di una particolare visione culturale della società e del sistema
diregolazione dei rapporti sociali».
Inoltre, continua il giudice, «si pensi, a titolo esemplificativo, alla
sovraesposizione che, mediante un’adeguata diffusione della simbolo già propria
di una certa ideologia o visione culturale o morale, potrebbe essere attuata
con riguardo a un modello educativo di tipo solidaristico di matrice cattolica,
ovvero di tipo comunista di stampo marxiano, o ancora di tipo libertario di
origine anarchica. Allo stesso modo - prosegue il magistrato - la visione culturale
del partito Lega nord si può imporre in via privilegiata con l’impiego
pervasivo della sua simbologia nella mentalità e nel modo comune di sentire dei
discenti come la visione “normale”, con l’impossibilità di docente di attuare
un modello educativo propositivo: si pensi al tema della convivenza tra
soggetti comunitari ed extracomunitari, tema di assoluta sensibilità, specie
nei territori lombardi, in un ambito in cui la presenza diffusa di soggetti - e
quindi di discenti - extracomunitari impone la prevedibile necessità».
Il sindaco di Adro, ha subito alzato il tiro dichiarandosi pronto «ad aprire un
contenzioso sui simboli di falce e martello disseminati in altre parti
d’Italia». All’interno delle scuole? Impressi, già d’ufficio, persino sui
banchi? Mai visti. Ecco, a dire il vero, ciò che succede quando si prende
troppo “Sole delle Alpi”.
Carlo Gambescia
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