Il libro della settimana: Angelo
Panebianco, L’automa e lo spirito. Azioni individuali, istituzioni,
imprese collettive ,il Mulino 2009, pp. 265, euro 25,00 -
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Angelo Panebianco è
probabilmente il politologo italiano più attento al buon uso della scienza
politica. Nel senso che il docente dell’Università di Bologna non si accontenta
di spiegare il perché di un certo evento politico. Ma fa un passo ulteriore: si
interroga sul valore scientifico dei concetti utilizzati nell’analisi della
politica. Insomma, vivaddio, Panebianco vola alto.
Ora, in genere le questioni di metodo non appassionano molto i lettori.
Tuttavia restano importanti perché illustrano quale visione dell’uomo sia
dietro ogni interpretazione, anche scientifica, della politica. Ed è questo il
caso dell’ultima fatica di Angelo Panebianco: L’automa e lo spirito. Azioni individuali, istituzioni, imprese
collettive (il Mulino 2009, pp. 265, euro 25,00).
Certo, il sottotitolo non invita molto alla lettura. A differenza del titolo,
più accattivante, perché rinvia al grande Blaise Pascal. Come appunto recita la
citazione posta a esergo, tratta dai Pensieri: “ Perché non possiamo negare di
essere al tempo stesso automi e intelletto. Da ciò viene che il mezzo della
persuasione non è la sola dimostrazione. Ci sono ben poche cose dimostrate! Le
prove convincono solo l’intelletto, è l’abitudine che rende le nostre prove più
forti e più credute. Essa orienta l’automa, che trascina l’intelletto senza che
questo pensi”.
Tradotto: Panebianco, partendo dalla constatazione pascaliana che l’uomo è
soprattutto routine, vuole
dimostrare come l’analisi politica, invece di appiattirsi sull’idea dell’ uomo
freddo calcolatore, debba sempre tener presente la natura abitudinaria
dell’agire umano. E in che modo? Trasponendo il suo agire lungo una scala
micro-macro capace di spiegare in che modo le scelte individuali influiscono
sulle decisioni collettive. Difficile dire se Panebianco vi riesca o meno.
Diciamo che sospendiamo il giudizio, rinviandolo ad altra occasione. Soprattutto
per non annoiare i nostri lettori con questioni troppo tecniche.
Comunque sia, l’enfasi sulla routine,
aiuta a capire, tanto per fare un esempio, un fatto importante: che in
politica, entro certi limiti, è più facile “conservare” che “rivoluzionare”.
Una constatazione, perfino banale, ma che sembra così difficile da recepire in
mondo come quello di oggi, dove si celebra fin troppo l’innovazione per
l’innovazione.
Ma dal libro emerge anche la conferma di un’altra questione, magari più
astratta, ma particolarmente importante: che le scienze politiche attuali sono
dominate da un paradigma conoscitivo di derivazione economica. Tecnicamente si
chiama TSR (Teoria della Scelta Razionale). Ed è basato sulla presuntiva natura
“massimizzante” di qualsiasi attore politico. Visto come un homunculus che si muoverebbe non per
soldi ma per denaro… Intendendo con denaro, qualsiasi, strumento di scambio,
dal potere vero e proprio agli onori sociali e politici.
Pertanto sembra che tutto il lavoro teorico svolto dalla scuola francese del
Mauss, capeggiata dal sociologo Alain Caillé, per anni all’attacco del fortino
accademico, economista e utilitarista, non sia praticamente servito a nulla.
Nella corposa bibliografia in calce al libro non c’è alcuna traccia dei francesi.
E lo stesso Panebianco, pur essendo abbastanza critico verso i vari approcci
puramente economici, non sembra disposto a rinunciare al presupposto
dell’azione razionale. Seppure corretta dal riferimento ai valori, alla forza
delle abitudini e alla capacità di imparare dagli errori precedenti, secondo la
lezione di Hayek.
Purtroppo nell’universo metodologico della politica di Panebianco nessun attore
dà nulla per nulla. E così il ruolo del dono politico - utile ad esempio per
interpretare il potere carismatico in alternativa a quello legale-razionale -
non viene preso in alcuna considerazione.
Comunque sia, L’automa e lo spirito
va soprattutto letto per la sua ricca e argomentata documentazione. Siamo,
insomma, davanti a un vero e proprio tour
de force scientifico. Che riesce ad appassionare il lettore, anche
non addetto ai lavori, grazie alla capacità di scrittura di Angelo Panebianco,
in cui convivono la chiarezza dell’ editorialista e il rigore dello scienziato
politico.
Carlo Gambescia
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