Sudditanze difficili ( o facili?) da capire
Valentino Parlato fan di Barack Obama
Continuiamo a non capire la sudditanza
psicologica (per dirla con il grande Gianni Brera) di un uomo intelligente come
Valentino Parlato verso quello spot vivente di nome Barack Obama (*). Soprattutto
nei riguardi della sua (ancora) virtuale politica economica. Promossa a
keneysismo per meriti ufficiali.
In un editoriale, pomposamente intitolato La lezione di Obama , il buon Valentino, cresciuto a pane e legge tendenziale di caduta del saggio di profitto, invita Berlusconi e Tremonti “a leggersi e rileggersi il testo" del discorso pronunciato da Barack Obama a Fairfax in Virginia giovedì scorso.
In un editoriale, pomposamente intitolato La lezione di Obama , il buon Valentino, cresciuto a pane e legge tendenziale di caduta del saggio di profitto, invita Berlusconi e Tremonti “a leggersi e rileggersi il testo" del discorso pronunciato da Barack Obama a Fairfax in Virginia giovedì scorso.
Un intervento in cui il presidente che piace alla gente
che piace “ non ha mai pronunciato la parola mercato e ha iniziato affermando
che questa crisi ‘è figlia di un'era di profonda irresponsabilità’.
Irresponsabilità di padroni e di manager. Quella stessa irresponsabilità che
nel nostro paese moltiplica la disoccupazione e mette in gravissima crisi imprese
(anche Fiat, Alitalia, etc) che sono state fondamentali”.
Ora, non vorremmo dare lezioni di marxismo a nessuno, ma ridurre la crisi attuale, di natura sistemica a una questione di irresponsabilità individuale è quanto meno riduttivo. Soprattutto da parte di un intellettuale che dovrebbe conoscere Marx a memoria… Inopportuno, tra l’altro, l’accenno a Fiat a Alitalia, che invece di soldi pubblici se ne sono mangiati tanti, anzi parecchi. Magari proprio frequentando nel tempo libero il casinò dei prodotti derivati…
Ma quel che lascia di stucco è l’insistenza di Parlato sulla necessità, a suo avviso ben recepita da Obama, che le famiglie “ritornino a spendere”. E in che modo? Grazie a un “maxi piano di rimborsi fiscali”. Insomma, politica dell’offerta, o quasi.
Ora, non vorremmo dare lezioni di marxismo a nessuno, ma ridurre la crisi attuale, di natura sistemica a una questione di irresponsabilità individuale è quanto meno riduttivo. Soprattutto da parte di un intellettuale che dovrebbe conoscere Marx a memoria… Inopportuno, tra l’altro, l’accenno a Fiat a Alitalia, che invece di soldi pubblici se ne sono mangiati tanti, anzi parecchi. Magari proprio frequentando nel tempo libero il casinò dei prodotti derivati…
Ma quel che lascia di stucco è l’insistenza di Parlato sulla necessità, a suo avviso ben recepita da Obama, che le famiglie “ritornino a spendere”. E in che modo? Grazie a un “maxi piano di rimborsi fiscali”. Insomma, politica dell’offerta, o quasi.
Marx si sarà già preso una di quelle sue arrabbiature
bibliche… Magari, sulla classica nuvoletta low cost riservata ai panda
comunisti, e in occasionale compagnia del Berlinguer teorico sfegatato
dell’austerità… Mentre Milton Friedman e Ronald Reagan, sessanta piani più in
alto sulla nuvola extra large e panoramica assegnata agli amici dei
capitalisti, sogghigneranno...
In buona sostanza, che cosa resta di comunista nel direttore comunista di un
quotidiano che tuttora di definisce comunista? Beh, il piano di Obama che punta
al “raddoppio delle energie rinnovabili entro tre anni”.
Chi si contenta gode.
Chi si contenta gode.
Carlo Gambescia
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