Immigrati, italiani, stupri e violenze
Il pericolo di una “folla-Italia”
In questi giorni, stando a quel che riferiscono i mass media, sembra di assistere a un tragico gioco di rinvii tra stupri da un lato e violenze a immigrati dall’altro. L’ultimo episodio, quello dell’immigrato indiano bruciato a Nettuno (http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/immigrati-3/immigrato-bruciato/immigrato-bruciato.html ), pare fare il paio con quello della giovane romena violentata da tre magrebini in Sicilia (http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/violenza-sessuale/violenze-1feb/violenze-1feb.html ).
Tuttavia il problema di fondo non è quello ( o comunque non solo) di stabilire se dal punto di vista statistico il fenomeno del rapporto tra stupri compiuti da stranieri e atti di violenza rivolti verso immigrati sia più o meno correlabile e reale. Ma quello sociologicamente più sottile di capire se le percezioni, da un lato del “senso di assedio” provato dagli italiani, e dall’altro del “senso di isolamento” avvertito dagli immigrati, siano autentiche o meno. E soprattutto se sia reale la correlabilità tra di esse. Che i mass media invece tendono (presuntuosamente e presuntivamente) a considerare scontata.
Sulla questione "percettiva" non ci sono dati sicuri. Esistono studi settoriali, buone analisi teoriche sugli stereotipi dell’esclusione e dell'inclusione, ma manca una seria indagine nazionale. Per ora perciò è difficile giudicare. E del resto si tratta di una questione che non può essere affrontata in un post.
Pertanto ci limiteremo a una sola osservazione generale. Quale? I mass media
dovrebbero assolutamente evitare di dare rilievo a questi episodi, e
soprattutto di metterli in correlazione, ovviamente quando non sussistono
provate relazioni di causa-effetto.
Perché l’obbligo di informare è importante, ma insistere eccessivamente, come sta avvenendo, su presunte relazioni tra stupri e reazioni violente, rischia soltanto di accentuare quel meccanismo a spirale, dove senso di esclusione dell’immigrato e di assedio da parte delle gente comune, possono finire per alimentarsi a vicenda, fino a produrre una miscela socialmente esplosiva.
Perché l’obbligo di informare è importante, ma insistere eccessivamente, come sta avvenendo, su presunte relazioni tra stupri e reazioni violente, rischia soltanto di accentuare quel meccanismo a spirale, dove senso di esclusione dell’immigrato e di assedio da parte delle gente comune, possono finire per alimentarsi a vicenda, fino a produrre una miscela socialmente esplosiva.
Si pensi solo alla pericolosa densità psicologica delle
immagini del “tentativo di linciaggio”, da parte della folla, degli stupratori
rumeni di Guidonia, trasmesse qualche giorno fa da tutte le televisioni. Dove
il telespettatore non poteva non identificarsi con la folla tumultuante,
condividendone d'impulso l' atavico e pericoloso sentimento di giustizia. E le
folle, come insegnano i padri della sociologia, non fanno sconti. Figurarsi una
“folla-Italia”…
Naturalmente il problema è più complesso e concerne l’accoglienza degli
immigrati, le leggi in materia, e più in generale l’assenza di una chiara
volontà politica tesa a risolvere la questione non soltanto in termini di
ordine pubblico e sicurezza.
Tuttavia è troppo chiedere ai mass media maggior senso di resposanbilità nel
riportare certi episodi? I toni esasperati da crescente “allarme sociale”
rischiano solo di peggiorare la situazione. Soprattutto degli immigrati.
Carlo Gambescia
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