lunedì 16 ottobre 2006

Modelli
Sociologia della Gregoraci





Sulla partecipazione della Gregoraci a una campagna pubblicitaria televisiva di una nota marca di telefonini, non ci sarebbe nulla da rimproverare : svolge il suo lavoro.
Se non che l’ex velina televisiva fa leva sulle sue disgrazie (chiamiamole così…) per catturare l’attenzione dello spettatore. Il che rivela, nella migliore delle ipotesi, cattivo gusto. In chi l' ha scelta e dirige, e in lei stessa. Tuttavia la Gregoraci - e dispiace - credendo ( o fingendo) di fare “autoironia”, riesce solo a confermare l’idea, poco simpatica (giusta o meno), che l’italiano medio si è fatto di lei…
Perché questa mancanza di amor proprio se non di dignità? Questo non riuscire a capire che oltre una certa misura, l’autoironia, soprattutto mediatica, si trasforma in masochismo. E ci si fa del male da soli.
Denaro? Voglia di apparire o arrivare a tutti i costi? Forza delle cose? Si pensi, ad esempio, a un personaggio come Sgarbi, con lunghi e seri studi alla spalle, trasformatosi in una specie di macchietta televisiva. Per non parlare di altri personaggi minori. Perché?
In primo luogo, il mito del successo: il trionfo dell’apparire. Un trionfo, che oggi, può essere conseguito soltanto in base al numero crescente di apparizioni televisive. Il cinema è passato in secondo piano. O comunque è importante solo se abbinato alla televisione. Apparire significa, non essere se stessi, ma la maschera, che si indossa, in quel momento. Quella che appunto dà la fama. E la reiterazione della maschera, che può essere sessuale, comica, polemica, eccetera, agisce come rinforzo. E per questo è così difficile poi liberarsene. Anche perché il pubblico approva e vuole la reiterazione. E come noto, il sistema mediatico è reiterativo per eccellenza: deve ripetere e diffondere sempre lo stesso messaggio, soprattutto se di successo, e in misura crescente. Diremmo ossessiva.
In secondo luogo, il mito del successo, ha alla sua base, una società, che disconosce qualsiasi altro valore se non quello del denaro. Il denaro, oggi in particolare, cancella qualsiasi “peccato originale”: il ricco viene sempre perdonato. E a maggior ragione se di successo: perché lo spettatore si identifica, e immagina quel che lui potrebbe fare se disponesse degli stessi miliardi del suo eroe ( o eroina) preferito… E’ una psicologia collettiva piuttosto rozza, ma è così. Di qui la corsa alle apparizioni televisive e quel desiderio “di sfondare” nello spettacolo, comune a molti giovani, che caratterizza appunto il “modello sociologico Gregoraci”.
Il che significa pure un’altra cosa. Che la nostra società applica due morali: una per i ricchi e una per i poveri. Al ricco viene perdonato tutto, anche in senso giudiziario… Per l’Italia, ancora non si può parlare di modello americano, dove chi è ricco e famoso, viene quasi sempre assolto dai tribunali, ma siamo sicuramente sulla buona strada.
In questo contesto, è perciò spiegabile, l’autoironia a sfondo masochistico della Gregoraci: vuole restare a galla, o se si preferisce nel giro televisivo. Il suo sogno è ancora quello di “sfondare”, nonostante le “disgrazie”. Sicura, che una volta in vetta, nessuno si ricorderà più delle sue disavventure.
Auguri.

Carlo Gambescia 

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