lunedì 1 agosto 2022

Sinistra, attenzione all’uninominale…

 

Il sistema elettorale italiano, il cosiddetto Rosatellum bis, è misto. Il 37 per certo degli scranni è scelto con sistema uninominale a turno unico, quindi con il sistema maggioritario (vince chi riceve più voti) . Mentre il 61 per cento dei seggi è distribuito con meccanismo proporzionale, corretto da una clausole di sbarramento al tre per cento (semplifichiamo). Si ricordi infine che dopo l’ultima riforma i seggi elettivi sono passati a 600 ( Camera 400, 147 maggioritario, Senato 200, 74 maggioritario).

Pertanto con l’ uninominale, che è secco, se si vuole vincere, i partiti non devono presentarsi divisi, altrimenti, si può perdere, anche avendo nell’ insieme più voti dell’avversario.

Facciamo un esempio teorico: all’interno dell’ area politica bianca, il partito A dispone del 25 per cento, il partito B del 20 per cento, il partito C del 10 per cento (totale 55 per cento dei voti). All’interno dell’area politica gialla il partito E dispone del 26 per cento dei voti, quello F del 14 per cento, quello G del 5 per cento (totale 45 per cento) Se l’area bianca (partiti A,B,C) non raggiunge l’ accordo su un candidato comune, a vincere sarà il candidato del partito E dell’area gialla (partiti E,F,G). Se invece i partiti dell’area bianca troveranno un candidato comune, usciranno vincitori dalla sfida uninominale.

Ora, per venire alle prossime politiche, passando dalla teoria alla pratica, mentre la destra che sembra cumulare, come l’area politica bianca dell’esempio, più voti della sinistra, ha trovato già un accordo sui collegi uninominali, la sinistra, minoritaria nei consensi come quella gialla, discute senza alcuna sincera volontà di trovare un’intesa.

Certo, il cosiddetto fronte largo a sinistra metterebbe dentro di tutto da Calenda a Bonelli, passando per Letta. Un specie di minestrone politico. Ma forse potrebbe contribuire a limitare i danni, stando ai sondaggi, del successo prossimo venturo della destra.

Pertanto, impedire alla destra di vincere nei collegi uninominali, dove si gioca la partita tra una vittoria eclatante della destra e una vittoria di misura o poco di più, non è cosa da prendere sottogamba. O no?

Carlo Gambescia

 

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