Certo, la sinistra stumentalizzerà a fini elettorali, ma il silenzio delle tre destre sulle invasioni di campo russe è sospetto.
Se si va a sfogliare il programma in 15 punti stilato da Giorgia Meloni, Salvini e Berlusconi al punto uno si può leggere:
“Rispetto degli impegni assunti nell’Alleanza Atlantica, anche in merito all’adeguamento degli stanziamenti per la difesa, sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione della Federazione Russa e sostegno ad ogni iniziativa diplomatica volta alla soluzione del conflitto” (*).
Diciamo che più che di una dichiarazione realmente sentita e condivisa, si tratta di un scialbo tentativo di depistaggio.
Non si qualificano “gli impegni assunti” , non si quantifica l’ “adeguamento degli stanziamenti”, si ammette la responsabilità russa dell’ “invasione”, ma non la si finalizza alla liberazione del territorio ucraino dagli invasori. Per capirsi: due righe sopra si può leggere che la “politica estera [italiana] è incentrata sulla tutela dell’interesse nazionale e la difesa della Patria”. Domanda: qual è l’interesse nazionale degli ucraini? Respingere i russi oltre i confini, “difendendo” interessi e patria. Però, come sembra ciò che vale per l’Italia (la difesa eccetera) non vale per l’Ucraina, perché nel documento programmatico non si parla di aiuto effettivo, militare, alla liberazione del territorio ucraino dagli invasori russo. Si assicura invece un sostegno – qui si raggiunge il massimo dell’ambiguità – a “ogni iniziativa diplomatica”. Come per dire: in fondo i russi possono tenersi quel che hanno già conquistato con le armi, l’importante è che si metta fine alla guerra.
Pertanto come dicevamo il silenzio è sospetto. Le tre destre non sono affidabili. In caso di vittoria elettorale tutto potrebbe accadere. Anche un rovesciamento, magari lento, “dolce” diciamo, della nostra alleanza con gli Stati Uniti e con gli altri paesi occidentali.
Occhio.
Carlo Gambescia
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