giovedì 21 novembre 2019

Il post di Alberto Rosselli
A proposito di “vuoti pneumatici torricelliani”…



Alberto Rosselli (nella foto sotto)  è uno storico prestato al giornalismo.  Lo conosco da molti anni, mi fu presentato da un editore di destra, Enzo Cipriano, con il quale felicemente collaboravo.  Mi colpirono subito la vivace intelligenza e la capacità di individuare  sentieri storici poco frequentati. Mi stupì in particolare un suo libro sulla resistenza anticomunista in Europa orientale. Attualmente Rosselli dirige la  rivista “Storia Verità” . Ha all’attivo una tale  quantità di libri storici che mi resta difficile formularne  il  numero preciso.  
Ultimamente, come si usa tra amici,  mi “tagga”  su Fb. Posta riflessioni che in genere condivido o comunque rispetto. Diciamo che Rosselli  è più a destra di me. Credo vicino al binomio politico Salvini-Meloni. Credo.
Ora però, da un storico ci si aspetta sempre  l’approfondimento e in particolare da Alberto Rosselli che, ripeto,  ha le carte in regola. Perciò il lettore può immaginare la mia sorpresa nel leggere un giudizio del genere: 

"La verità è che la Sinistra non ha più niente da dire o proporre. Nulla. Non rappresenta il popolo e neanche un'ideologia da baraccone. Non è nulla, ripeto. E' una scatola cranica vuota, il vuoto pneumatico torricelliano della politica italiana. Forse, se fa una scorpacciata di sardine (contenenti fosforo) rinviene per un mesetto per poi finire all'obitorio dei dementi perseveranti.
Con XXXXXXX  e altre 49 persone. " (*)  

Certo, è un post pubblicato su Fb,  per così dire una sede,  come  altre forme di comunicazione "urlate", che non aiuta a conservare equilibrio di giudizio. Però da uno storico, ripeto,  mi aspetterei  di più. O no? 
Cosa significa che la “Sinistra non ha più nulla da proporre”? Perché la destra illiberale,  populista o neofascista, egemonizzata da Salvini, che  ha da proporre? Assistenzialismo e odio razziale?  Così come la sinistra propone  assistenzialismo e amore razziale…    
Certo,  che  sul piano dei contenuti le  “Sardine”, chiamate in causa da Rosselli,  rappresentino   il  “vuoto pneumatico torricelliano”, è indiscutibile. Però  Rosselli si è mai interrogato da storico su quanto  il dibattito politico italiano, a destra come a sinistra,  sia caduto in basso, almeno a far tempo dalla sbornia moralistica di Tangentopoli? E quindi precipitato "nel vuoto"? 
Negli ultimi trent’anni  il discorso pubblico  ha  sempre più  assunto il carattere di una guerra di religione, dove i contenuti, ad esempio  liberalizzazioni e riconsacrazione del merito,  sono passati in secondo piano per lasciare spazio alle inchieste giudiziarie a orologeria,   alla faziosità, alle scomuniche, alle promesse  demagogiche,  tipo "diminuiremo  le tasse e aumenteremo le pensioni". Sullo sfondo di una crescente violenza verbale condivisa dalla destra come dalla sinistra. Sicché le  “Sardine” non sono che l’ultimo sottoprodotto di questo clima.
In Italia manca tuttora  un grande partito liberale (non liberal),  rispettoso del discorso  pubblico e perciò capace di ricondurre la politica  nei binari della  normale dialettica politica tra una sinistra socialdemocratica e una destra liberal-conservatrice. 
Cosa che  non sono i partiti  capeggiati  da Salvini e Zingarelli. Per non parlare di altri ancora più a destra o più a sinistra...   

Certo, si potrà sempre sostenere  che i miei sono solo sogni: un'idealizzazione del  "Modello Westminster"  che oggi è in crisi perfino  dove è sorto.  D’accordo.  Però, ripeto  non è da Salvini né da Zingarelli che giungerà la salvezza. Né sia chiaro dai rottami del fascismo o del comunismo. Sotto qualsiasi pelle d'agnello si presentino.
Che fare allora?  Bella domanda.  Dipende dalla pericolosità che si attribuisce  alle due parti in causa. E qui ci aiuta la storia. 
Semplificando, l’Italia ha subito di fatto e di diritto  una dittatura fascista ma non comunista, area politica, quest'ultima, in cui affonda le radici il centrosinistra, in senso largo ma non esclusivo. Pertanto, a meno che non si sia proprio nostalgici fascisti, ogni richiamo politico  al "Ventennio", e in particolare all’universo ideologico che Tarmo Kunnas riconduce alla “tentazione fascista”, non può che essere  giudicato  pericoloso proprio perché esistono “precedenti”.  E che precedenti.
Il lettore, se in buona fede, tragga da solo le conclusioni. Il che credo valga, ovviamente,  anche per Alberto Rosselli. O meglio,  per lo storico Alberto Rosselli…

Carlo Gambescia