venerdì 21 settembre 2018

Il “megastipendio” di Casalino
La malattia italiana…

Per usare una metafora organicista, il corpo dell’Italia è malato.  A cominciare dalla mente: dalla pubblica opinione, il cervello di un paese liberale.
Un esempio lampante di questa malattia mentale,  che si estende  dalla  destra alla  sinistra, è rappresentato dall’importanza  che i giornali, per non parlare dei social,  oggi   attribuiscono agli emolumenti di Rocco Casalino,  Capo-ufficio stampa di Palazzo Chigi. Ritenuti eccessivi.  "Caso" sollevato dall "'Espresso" (*), subito ripreso dal "Tempo". Destra e sinistra  come dicevamo.   
Per farla breve: la politica ridotta al taglio degli stipendi, al giochino antistorico, antimoderno, antimeritocratico del pauperismo politico e sociale. A quale fine?  Sopire  invidia e risentimenti collettivi, dopo averli artatamente stuzzicati.  Si potrebbe parlare, se le nostre non fossero società completamente secolarizzate,   di momento savonaroliano della politica. Perché,  si ritiene, alla stregua del  frate domenicano,  che povertà sia sinonimo di onestà. 
A Firenze la dittatura di Savonarola, l’idolo dei  “piagnoni”, durò poco, ci fu una ribellione e lo tolsero di mezzo. Machiavelli, con parole degne di Tacito, evocò l’inevitabile sconfitta dei  “profeti disarmati”,  rivendicando il  “momento della forza” in politica.
Diciamo allora, che l’attuale governo giallo-verde,  al contrario del Savonarola,  non è assolutamente disarmato. Si è insediato nel cuore dello stato.   Il potere c’è, anche se  non si vede, come provano le recenti grane giudiziarie della Lega finite in barzelletta.
Di conseguenza,  credere che si possano combattere i piagnoni, per giunta ben armati, piangendo più forte di loro ( tradotto: con il pauperismo al quadrato,  la gara  a chi guadagni di meno),   rischia solo di favorirne rafforzamento. E poi,  perché gli italiani, sempre pronti a piangersi addosso,  dovrebbero preferire ai Savonarola originali, in giallo-verde, le sbiadite copie  di sinistra e destra ?
E, anche ammesso ( e non concesso) che i piagnoni di sinistra e destra,  riuscissero, grazie a campagne di stampa mirate,  a far cadere il governo savonaroliano,  sulla questione del pauperismo retributivo, una volta insediati i vincitori,  a prescindere dall’appartenenza (Forza Italia, Partito Democratico, Liberi Uguali, i profughi  della Lega o addirittura di  Cinque Stelle), dovrebbero continuare la stessa politica, per non essere a loro volta attaccati sull'altezza degli stipendi.  E così via, lungo una pericolosa deriva  antipolitica, antimoderna, antistorica, antimeritocratica. 
Come si può capire, con una pubblica opinione, nelle mani del populismo pauperista,  da destra a sinistra, per ora,  non c’è  alcun  futuro.
Non resta  perciò  che attendere il blocco  dei conti correnti e la chiusura dei bancomat… Forse allora gli italiani capiranno. E, come noto, chi di Savonarola  ferisce, di Savonarola perisce.

Carlo Gambescia 



                        

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