domenica 23 settembre 2018

Due  parole su Casalino e l 'audio rubato
Un’Italia di nullafacenti



Diciamo subito che  non è che serviva l’audio  rubato a Casalino,  per scoprire la  natura  “sangue e merda” (pardon) della lotta  politica. Che è tale,   per i Cinquestelle come per tutti gli altri.  Negli Usa, paese molto più democratico del nostro (nonostante Trump),  da sempre,  ogni nuova  amministrazione mette nei “gangli vitali” i suoi tecnici. Lì però,  non si scambia il governo  con lo stato, che, comunque sia, negli Stati uniti deve restare sempre minimo.
Il civil servant è un dipendente del "governo federale". Insomma, negli Usa,   il  bruttissimo concetto di "servitore dello Stato"  non esiste, quanto meno nel significato italiano, del gesuitico  perinde ac cadaver.  Che poi di fatto significa   che il  "servitore dello Stato"  deve ridursi  a servire, sottomettendosi come un cadavere,  cordate politiche che si identificano  - attenzione  -  con lo stato, non il governo. Tragedie di  uomini ridicoli. Politicamente ridicoli.
Magari, il punto è  che i pentastellati, mescolati ai  leghisti, hanno dato vita a un governo della paura, un mix di razzismo e pauperismo: una mina vagante.
In realtà però,  il  vero problema  - grosso come una casa -   è rappresentato  dal pericoloso mutamento di idee e opinioni  in atto nel Paese. Un sintomo?  Pure molto brutto?  Ieri mattina,  durante  “Prima Pagina” di Rai 3,  già riserva di caccia della sinistra acculturata, alcuni ascoltatori, non contestati da nessuno,  elogiavano il redivivo  Cnel, che ora, addirittura, dovrebbe occuparsi della corruzione negli stati africani.  Altri invece  celebravano  le vecchie pensioni baby, come anticipazioni storiche del  reddito di cittadinanza, perché avrebbero permesso -  a spese dello stato, il commento è nostro -  di scegliersi  il lavoro  più gradito…  
Insomma, gli italiani ormai non solo sognano,  ma  iniziano a credere  seriamente  nella  possibilità di trascorrere   una vita se non in vacanza,  da eterni adolescenti in attesa di realizzare i propri  sogni. Solo sui permaflex   italiani, ovviamente, perché anche il razzista Salvini piace un sacco…
Ripetiamo, la questione non è quel dice  Casalino  - tra l’altro in privato... -   ma quel che pensano gli italiani: di andarsene in pensione a poco più di sessant’anni,  di ricevere ogni mese  duemila euro dallo stato,  di veder  sparire tutti “i negri” in circolazione e, se proprio si dovrà lavorare,  cuccarsi   posti fissi, possibilmente statali.
Il vero  problema   non è costituito dagli sfoghi privati di Casalino, ma da un'Italia di nullafacenti.
A spese di chi?


Carlo Gambescia