Gli 80 euro di Renzi
Il cavallo non beve
Ormai è assodato, il bonus fiscale di 80 euro voluto da Renzi non ha prodotto l’auspicata ripartenza della domanda privata. Peggio, dopo la
recessione è giunta, per la prima volta dal 1959, la deflazione... I
prezzi scendono, perché consumatori impoveriti non spendono in attesa che i prezzi calino
ulteriormente, innescando così un infernale meccanismo al ribasso che può fare
solo male all’economia.
Che
fare “quando il cavallo”, anche se portato all’acqua, “non vuole bere", per
dirla con Keynes ? La ricetta della sinistra è quella di puntare sulla domanda
pubblica: più investimenti più tasse. Il che
spiega l’accento posto da Renzi, in sede europea, sulla flessibilità di bilancio. E la destra che fa? C’è una ricetta? A dire il
vero sì. E quale? Tagliare radicalmente
imposte e tasse e non di giocare con detrazioni e bonus Irpef. Tecnicamente, si chiama politica dell’offerta.
Purtroppo,
anche in sede europea, il confronto economico, è totalmente monopolizzato dalla
sinistra nelle sue diverse sfumature. E si agita - vanamente - intorno
a pure questioni di bilancio: quelle di aprire o chiudere i cordoni della borsa statale. Guai però a parlare di tagli alla pressione fiscale…
E
la destra si uniforma. Ad esempio, nel
dibattito innescatosi in questi giorni sulla deflazione, l’idea del collegamento tra deflazione e pressione fiscale elevata non è stata presa in considerazione.
Per
contro, l’Agenda economica è fissata da
una sinistra tuttora legata agli schemi keynesiani della
politica della domanda pubblica. Pensavamo che Renzi fosse diverso. E invece no. Come del resto prova il decreto “sblocca Italia”: solo finanziamenti a pioggia… E che
il consumatore si arrangi e soprattutto - si veda il “Sole24 Ore” di oggi - si
prepari a nuovi balzelli a valanga. E la
destra che fa? Approva (con Lupi) o tace ( con Berlusconi). Che malinconia.
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