martedì 9 settembre 2014

Destra e dintorni
Putiniani (e non) d’Italia



E così, nella destra in rotta,  mancava soltanto “il Giornale” ultraputiniano. Povero Montanelli, lui che dei russi (comunisti o meno) diffidava, dichiarandosi incapace di scrutare nell’ anima slava…  Di qui, le tante e  febbrili  discussioni con Bettiza, Barbieri (Frane), Revel.
Come si spiega  questa  svolta? Che poi non è  del tutto  tale,  perché  da tempo il  foglio milanese accarezza Putin  & Co.  Eurasisti  annidati in redazione?  Improvvisa passione per una geopolitica spostata ad Est?   No, più probabilmente buoni affari  (fatti e da fare) tra il Cavaliere, Putin e il variegato e assetato  mondo che li circonda.  Di qui, la posizione supina del  quotidiano  di famiglia.
Inutile scandalizzarsi, i  giornali si fanno con i soldi. E perciò - come per altri editori  (e direttori)  - la  mano che nutre non può essere presa a morsi…
A dire il vero, sul conflitto russo-ucraino,  la destra è divisa.   A partire da nipotini del Duce, sospesi tra Oriente e Occidente,  fino a quei liberali sospettosi  che hanno letto   la  Democrazia in America di  Tocqueville,  pensatore che  preconizzava un grande futuro per la Russia, ma anche per gli Stati Uniti…   Solo i postdemocristiani,  centristi per tradizione,  preferiscono non esporsi più di tanto, forse  in attesa di schierarsi con il vincitore.
Quel che però infastidisce più di ogni altra cosa  è l’eurasismo isterico di coloro che, per una serie di ragioni (anticapitalismo e antiamericanismo in primis),  ritengono che  un'alleanza con la Russia  sia la soluzione di tutti i problemi italiani ed europei.   Va da sé   che  lo stesso  giudizio   può   valere per certo  occidentalismo altrettanto isterico e servile.  Insomma,  non basta cambiare padrone di casa. E poi c'è padrone e padrone...  L’anima americana, tutto sommato,  è  trasparente, forse troppo,  mentre quella russa è enigmatica, indecifrabile. Fantasie  letterarie? Probabilmente. Però Montanelli, da buon viaggiatore, laico conoscitore di uomini  e appassionato lettore di romanzi russi, ne era più che certo. E  di lui ci fidiamo.   


Carlo Gambescia  

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