Caro Ferrara,
il tempo delle Crociate
è finito da un
pezzo….
Ha
fatto rumore l’ editoriale di
Giuliano Ferrara, dove con truculenza vociana si invita il pavido Occidente ad usare verso i seguaci dell' Isis reloaded “una violenza incomparabilmente superiore”: perché,
a detta del direttore del “Foglio, sarebbe in corso una “guerra di religione” (*).
Ora,
Ferrara, nonostante cerchi sempre mostrare il viso dell’arme, soffre, per dirla con Carl Schmitt, di
romanticismo politico acuto… In Italia,
ce ne sono altri di casi simili, purtroppo: Franco Cardini e Massimo Fini ad esempio.
Cosa
vogliamo dire? Che il romanticismo
politico è la peggiore forma di impoliticità, quella dell’armiamoci e partite. Nessuno nega che sia in corso una “guerra di
religione” e che contro il nemico si debba usare una “violenza incomparabilmente
superiore” . Sono banalità neppure superiori… L’errore - tipico dei romantici - è
quello di mescolare le due cose insieme:
religione e uso della forza…
Semplificando: si romanza la guerra (oggi si parlerebbe di narrazioni o
contro-narrazioni) cercando di coinvolgere emotivamente gli interlocutori, e poi si vedrà... (Schmitt, scrive, criticandolo, di "occasionalismo politico").
Il
mix non funziona, perché, come ha mostrato il Novecento (secolo che ha subito i terribili effetti di ricaduta del romanticismo dix-neuvième
siècle), rivela al nemico le intenzioni che si hanno e crea un clima interno di
aspettative eroiche, che si sgonfia appena il numero dei caduti comincia a crescere. Dopo di che la gestione della
guerra - e del dopoguerra - si trasforma
in questione di ordine pubblico.
Perciò,
come il buon
realismo politico impone, la violenza va usata, ma in silenzio e “laicamente”, senza invocare bagni di sangue nell’acquasantiera. Li invoca il nemico? Ne subirà le conseguenze militari. Tutto qui.
Certo, non è sbagliato rilevare, come sottolinea Ferrara, quanto l’Occidente sia diviso, indifferente e imbelle. Il che però indica a maggior ragione solo un fatto: che la
guerra, soprattutto quella "al terrorismo", va gestita chirurgicamente e da pochi e preparati professionisti. Il
tempo delle Crociate è finito da un pezzo.
Carlo Gambescia
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