Italiani, attenti a Grillo!
Italiani, attenti a
Grillo! Non è vero, come diceva Marx, che la
storia tende a ripetersi sempre due volte: la prima volta come
tragedia, la seconda come farsa. Leggere (sotto) per credere...
La situazione non è la stessa del 1922, ma il
metodo e i contenuti dei due appelli,
rivolti contro rappresentanti dei cittadini liberamente
eletti, sembrano essere molto simili... Italiani,
attenti a Grillo! (C.G.)
27 ottobre 1922
Fascisti Italiani!
L’ora della battaglia decisiva è suonata (…): oggi l’esercito delle Camicie
Nere riafferra la vittoria mutilata e, puntando disperatamente su Roma, la
riconduce alla gloria del Campidoglio (..). L’esercitò riserva e salvaguardia
della nazione, non deve partecipare alla lotta. Il fascismo rinnova la sua
altissima ammirazione per l’esercito di Vittorio Veneto. Né contro gli agenti
della forza pubblica marcia il fascismo, ma contro una classe politica di
imbelli e di deficienti che in quattro lunghi anni non ha saputo dare un
governo alla nazione (…). Il fascismo snuda la sua spada per tagliare i troppi
nodi di Gordio che irretiscono e intristiscono la vita italiana. Chiamiamo
Iddio sommo e lo spirito dei nostri cinquecentomila morti a testimoni che un
solo impulso ci spinge, una sola volontà ci raccoglie, una passione sola ci
infiamma: contribuire alla salvezza e alla grandezza della patria
Fascisti di tutta
Italia! Tendete romanamente gli spiriti e le forze. Bisogna vincere. Vinceremo.
Viva l’Italia! Viva il fascismo.
IL
QUADRUMVIRATO - 27 ottobre 1922
Opera Omnia di
Benito Mussolini, a cura di Edoardo e Duilio Susmel, vol.
XVIII, La Fenice,
Firenze, 1956, pp. 462-463.
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20 aprile 2013
Ci sono momenti
decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. È
in atto un colpo di Stato (…). Il M5s da solo non può però cambiare il Paese. È
necessaria una mobilitazione popolare. Io sto andando a Roma in camper (...).
Sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo
necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti.
Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese (…).
Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati.
Quattro persone: Napolitano, Bersani, Berlusconi e Monti si sono incontrate in
un salotto e hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale, di nominare
Amato presidente del Consiglio, di applicare come programma di Governo il
documento dei dieci saggi di area Pdl/Pd che tra i suoi punti ha la mordacchia
alla magistratura e il mantenimento del finanziamento pubblico ai partiti (…).
Nel Dopoguerra, anche nei momenti più oscuri della Repubblica, non c'è mai
stata una contrapposizione così netta, così spudorata tra Palazzo e cittadini
(…). Rodotà è la speranza di una nuova Italia, ma è sopra le parti,
incorruttibile. Quindi pericoloso. Quindi non votabile. Il MoVimento 5 Stelle
ha aperto gli occhi ormai anche ai ciechi sull'inciucio ventennale dei partiti.
Dal blog di Beppe Grillo – 20-4-2013
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L’affondamento di
Romano Prodi
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Bersani e Prodi ora non ridono più.... |
Con l'affondamento
della candidatura Prodi è venuto meno il piano bersaniano
di condizionare dall' esterno il movimento di Grillo e
Casaleggio Ieri sera, Bersani ha addirittura annunciato
le dimissioni (sempre che non si tratti di "contromossa"). Ora
che succederà? Probabilmente si sta andando verso un testa a testa tra un
candidato condiviso da Pdl, Scelta Civica e quel che resta del Pd,
ritornato secondo la destra a più miti consigli, e Stefano Rodotà,
il “prescelto” , lanciato on line da Cinque
Stelle. Indubbiamente, Grillo sta rivelando
notevoli capacità politiche, benché, per ora, solo nel
dividere gli avversari.
Ai due candidati,
gli schieramenti - in
via di allineamento - non potranno non
attribuire , come impone la retorica politica, gli
stessi valori di rappresentatività, serietà, onestà, eccetera. Tuttavia
il candidato, su cui convergeranno i voti di Berlusconi, sarà
subito retrocesso dai sostenitori di Rodotà,
tra i quali c'è di nuovo Sel, a mosca cocchiera del
Cavaliere. Di qui, il pericolo o l'auspicio
(secondo lo schieramento) che i grandi elettori del
Pd, già divisi, possano nell’urna non votarlo, o
magari puntare sull ex Garante della Privacy,
arruolato, bon gré mal gré , come
"grillino" di complemento. Perciò resta
difficile fare quasiasi previsione. Tutto può
accadere.
Considerazione
generale, metapolitica se si vuole.
Le elezioni presidenziali stanno provando, ancora una volta,
come l’antiberlusconismo, e in genere la politica costruita sull’
“antismo”, praticata anche dalla destra ovviamente ( se non iniziata),
stia rendendo l’Italia ingovernabile e prigioniera di un estremismo
politico, di cui Grillo in particolare sembra essere profeta e
beneficiario al tempo stesso.
Che cosa intendiamo
per antismo? Porre l' accento sul prefisso “anti”,
sostantivandolo, aiuta concettualmente a circoscrivere una concezione
del mondo “chiusa” se non totalitaria. Per farla
breve: l' “antista ” (da "anti")
è radicalmente contrario alla concezione che reputa opposta alla
sua. Che subito viene però difesa, con altrettanta violenza,
da chi subisce l'attacco. E così via, lungo una spirale segnata dal
crescente odio reciproco e dalle controversie, come provano le
presidenziali italiane, sul grado di
purezza dell'antismo professato ("io lo sono più di
te", eccetera, eccetera) e non sui problemi veri. Il che
implica, sul piano della cultura politica, la fine di ogni libero
dibattito e il dissolvimento di qualsiasi idea di bene
comune..
Insomma, l’
“antismo” potrebbe portare l’Italia alla rovina.
Carlo Gambescia