giovedì 10 febbraio 2011

La rivista della settimana: Behemoth, n. 48, Luglio-Dicembre 2010, euro 7,00 . 
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http://www.behemoth.it/index.php?nav=Home.01



Behemoth, spaventoso animale biblico di terra, che con le corna si sforza di dilaniare Leviathan, mitico e gigantesco mostro marino, che a sua volta con le pinne cerca di soffocare l’ avversario, sono le figure utilizzate da Carl Schmitt, in Terra e Mare. E per quale ragione? Per raffigurare il contrasto politico, tra potenze marittime e terrestri. E più in generale quello amico-nemico, come base di ogni sana e realistica teoria della politica.
Perché questo “cappelletto” teologico-politico? Per presentare l’ultimo fascicolo di Behemoth (n. 48, Luglio-Dicembre 2010), rivista di cultura politica, diretta da Teodoro Klitsche de la Grange, avvocato, giurista, autore di sottili volumi intorno alla teoria della stato e del diritto. Insomma, per dire che si tratta di una rivista che tiene alte le gloriose insegne del realismo politico, e fin dal titolo. Quindi molto Carl Schmitt, molto Hobbes, tanto per citare due pesi massimi. Ma anche grande attenzione per quei pensatori, come Julien Freund, capaci di coniugare realismo politico e sapere sociologico. Oltre al costante interesse per il diritto e la dottrina dello stato, senza per questo trascurare, trasversalmente, filosofia e attualità politica. In poche parole: una rivista da non perdere, soprattutto per chi desideri evadere dalla melassa di moralismi a orologeria oggi dominante. Evadere, ovviamente, con stile e rigore scientifico.
Il nuovo fascicolo si apre con il pungente editoriale del Direttore. Dove si dà subito una dotta stoccata a quei « poteri forti» che sembrano dominare lo scenario italiano, come forme di « potestas indirecta, del potere senza responsabilità».
Segue l’interessante traduzione della prima della sei “Leçons sur le mouvement social” di Maurice Hauriou, giurista francese presto dimenticato in Italia. Una sorta di Pareto delle scienze del diritto, attento ai parallelismi tra fisica, diritto e sociologia, senza però mai abusarne.
Ottimo anche il saggio del compianto Gian Franco Lami su “Adriano Tilgher e l’Est Europeo”, che offre squarci di luce fra i due mondi e su un autore purtroppo tuttora trascurato, al quale Lami ha invece dedicato meritorie analisi critiche.
Da non perdere l’intervento di Andrea Salvatore (“Schmitt l’ultimo classico”). Dove si rivendica « l’apporto fortemente innovativo» del giurista di Plettenberg. Un’ opera importante, e per un ragione precisa, come emerge anche dallo studio di Salvatore: perché saggiamente dedita alla comprensione delle cose come sono e non come dovrebbe essere.
Notevole l’articolo di Teodoro Klitsche de la Grange su “L’ossessione dell’assoluto”. In cui si fanno i conti filosofici con la «tesi tanto spesso ripetuta» (e «altrettanto contraddetta»), da ultimo in un fascicolo-supplemento di Micromega, circa l’influenza negativa dell’ assolutismo religioso in politica. Una tesi, secondo de la Grange non sbagliata, ma a una condizione: quella di non commettere l’errore di sostituire Dio con altri assoluti, come l’individualismo e la modernità.
Stimolante anche la riflessione di Biagio di Iasio su “Libertà e sofferenza nel pensiero di Luigi Pareyson”. Dove si spiega come secondo il filosofo l’interpretazione dell’esperienza religiosa, debba configurarsi non quale discorso su Dio ma da Dio: in Pareyson la fiducia nell’esistenza della Verità, deve precedere ogni successiva indagine «se non si vuole ridurre l’interpretazione a vuota e vana esercitazione».
Chiudono il fascicolo l’interessante nota di Clemente Forte (“Tra fisica e filosofia”) e la ricca rubrica di recensioni. Dove il direttore si riserva, alcune simpatiche “unghiate” finali. Ad esempio, parlando, tra l’altro positivamente, del libro di Andrea Salvatore (Il Pacifismo, Carocci), de la Grange non può non notare, divertito, che «se sarà un successo editoriale vedremo meno bandiere e voleranno più aquiloni».

Carlo Gambescia

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