venerdì 25 febbraio 2011

Il dopo Gheddafi
Chi  ne raccoglierà  il  potere?


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Per trarre qualche utile lezione politologica e sociologica dalla crisi libica è inutile concentrarsi sulla retorica mediatica e politica. Retorica, attenzione, largamente usata dagli occidentalisti più sfrenati come dagli ammiratori di Gheddafi.
Il problema fondamentale che la crisi libica pone - come sa ogni studioso serio di politica - è quello del vuoto di potere. Infatti il potere non ammette vuoti, al massimo brevi sospensioni o stati di eccezione.
Fino a quando il Colonnello, con le buone o le cattive, ha tenuto politicamente insieme la Libia, il vuoto non c’era. La Libia, ricca di petrolio, mostrava di essere all’altezza degli altri attori politici ed economici internazionali e quindi di favorire, seppure a fasi alterne e maggiormente dagli anni Novanta in poi, una politica di ordinato equilibrio esterno. 
Ora però non è più così. Il che pone due problemi
Primo. La Libia è oggettivamente in guerra con se stessa. E con una differenza sociologica importante rispetto all’Egitto e alla Tunisia. Quale? Che, come alcuni hanno notato, esercito e polizia sono divisi secondo linee etniche e tribali. E che quindi il Paese, da questo punto di vista, è più simile allo Yemen e alla Somalia. Il che non depone in favore di un rapido ritorno alla pace interna e, soprattutto, per vie interne.
Secondo. Il vuoto di potere rischia perciò di perdurare anche dopo l’eventuale caduta di Gheddafi. Si faccia attenzione all’assenza tra i rivoltosi di un qualsiasi governo provvisorio o comitato insurrezionale capace di parlare a nome di tutti.
Pertanto, dal punto di vista, del superamento del vuoto di potere, non restano che due possibilità: o un “recupero” di Gheddafi o un intervento occidentale in favore di una delle parti in lotta. Attualmente il Colonnello è completamente isolato. Quindi, se intervento ci sarà, non sarà di sicuro per rimetterlo in sella. Salvo che Russia e Cina non si oppongano fermamente a un intervento armato Nato. Ma, a loro volta, dovrebbero indicare un successore o comunque un referente politico interno. E dove trovarlo in una realtà clanico-tribale? Quanto all' Africa - in particolare quella Settentrionale - si tratta di un attore, almeno per ora, completamente fuori gioco. Dell’Onu è inutile parlare.
La vera questione perciò è quella del vuoto di potere. Il potere libico andrà a chi sarà capace di raccoglierlo.

Carlo Gambescia
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