Di Pietro channel
La notte dei lunghi
coltelli che non ci fu...
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Notte
dei lunghi coltelli? No, perché l’ Esecutivo dell’Italia dei Valori, svoltosi
nel fine settimana, non è finito in un bagno di sangue tra le Schutzstaffel animate da Antonio Di
Pietro e le Sturmabteilungen
capitanate da Massimo Donadi e Luigi de Magistris. Il capo ha vinto ancora una
volta. E facilmente.
Infatti, L'Esecutivo nazionale, dopo le
frizioni delle ultime settimane scaturite proprio dai cambi di casacca, ha
riconfermato piena fiducia al suo Führer...
“Con forza - ha aggiunto Di Pietro - abbiamo riaffermato alla unanimità,
compresi quelli che avevano posto il problema, che l’Idv è un partito sano e
che proprio in quanto tale può capitare che, a volte, persone che vengono con
doppi fini, poi si rendono conto che non c’è trippa per gatti e quindi se ne
vanno in altri partiti per soddisfare i loro interessi personali. Noi abbiamo
deciso che chi non si riconosce nelle nostre idee, nella nostra politica, nei
nostri modi di fare, deve lasciare l'Idv: o spontaneamente o spintamente”.
Spintamente, che italiano…
Una decisione politica però Di
Pietro l’ha presa. Quella di istituire il cosiddetto «noviziato» politico:
«Prima di avere incarichi e ruoli - ha dichiarato - bisognerà rendersi conto di
voler prendere veramente i voti. Dovrà passare almeno un anno per essere
candidati e due prima di assumere ruoli di vertice». Perché, a questo punto,
non istituire anche i Castelli dell’ Ordine Molisano per la Di
Pietro-Jugend ?
Che cattivi che siamo… Ma, come si dice, a pensar male si fa peccato, ma quasi
sempre si azzecca, soprattutto in politica, Infatti, se si potessero mettere in
fila gli ultimi sedici anni di parole mitragliate dall’ex magistrato contro
Berlusconi, oltre a fare comodamente un giretto intorno alla Terra, saremmo
molto al di sopra della quantità di lemmi scagliati da Hitler nel Mein Kampf contro i suoi nemici
immaginari.
Si dirà, ma che c’entra Hitler con un ex modesto funzionario di polizia? Certo,
un molisano piccolo piccolo ma capace di fare un baffo a Georges Duroy, alias
Bel Ami, l’ instancabile scalatore sociale immortalato da Guy de Maupassant?
(inciso: come si vede che leggiamo Stenio Solinas…).
Intanto, Hitler partì come imbianchino, non era laureato eppure di strada ne
fece tanta… Quindi Di Pietro, potrebbe arrivare più lontano… E poi diciamola
tutta: come Hitler non ama molto gli oppositori. L’Italia dei Valori è un
partito “unico democratico” a direzione monarchica, che cerca di acchiappare, grazie
alla piccola dirigenza sudista ed ex democristiana, i voti di un elettorato
anarchico-giustizialista: una miscela esplosiva, però a rischio di inciucio,
soprattutto a livello locale.
Qualcuno ha notato che Di Pietro quando litiga con i suoi non parla mai a
titolo personale, ma come Italia dei Valori. Provare per credere, magari dando
un’occhiata ai suoi blog. È pure vero che quando l’ex magistrato viene
intervistato - ormai ne ridono pure quelli dello Sri Lanka, che vanno e vengono
dall’Italia - gli si aggroviglia la parola in bocca. Se ricordiamo bene, alla
Vigilia di Natale, durante lo scontro con Paolo Flores D’Arcais, se ne uscì
così: «A noi mi si imputa la questione morale: cornuto e mazziato”.
Evidentemente era nel pallone. E poi, diciamo la verità: Hitler, che pure
qualche errore di ortografia lo commetteva, aveva maggiore padronanza della
lingua tedesca. Quindi lasciamo perdere i paralleli tra i due. Come non detto.
Un’ultima notazione. Sulla vicenda Fiat, mentre Di Pietro ha scegliuto, pardon
scelto la Fiom ,
Donadi, Capogruppo alla Camera, aveva precisato, tutto impettito, qualche
giorno prima dell’Esecutivo, che non poteva «sposare acriticamente le posizioni
della Fiom». E che « il prossimo Esecutivo sarà l’occasione giusta per aprire
un confronto sulla nostra posizione riguardo alla vicenda che ha contrapposto i
vertici Fiat ed il sindacato dei metalmeccanici». E invece non è successo
nulla.
Allora, forse c’è stato il ventilato riavvicinamento a Luigi de Magistris? Non
è dato sapere. Qui però va detto che il crescente carisma aureolato
dell’europarlamentare inquieta le notti dell’ex poliziotto di Montenero di
Bisaccia, timoroso di perdere, come dicono, solo due cose nella vita: il suo
carisma e le galline ereditate dal padre.
Ma finora Di Pietro non fatto alcuna avance
verso l' ex collega. Del resto prima che iniziasse il vertice di partito aveva
messo le mani avanti, sostenendo che «l’Esecutivo escluderà l’ipotesi di una
“cabina di regia” per definire le candidature» invocata proprio da de Magistris.
E per quale ragione? Perché «c’è già l’Esecutivo nazionale».
Ma come faceva Di Pietro a sapere in anticipo che l’Esecutivo avrebbe escluso…
Dimenticavamo, l’Esecutivo è Di Pietro e Di Pietro è l’Esecutivo.
Carlo Gambescia
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