Berlusconi e
le anomalie italiane
Diciamo subito che di anomalie politiche ce ne sono due: quella rappresentata
da Berlusconi e quella incarnata dai suoi avversari…
Anomalie politiche, attenzione, non parliamo di anomalie sessuali,
comportamentali, morali, eccetera, Per capirsi: il fascismo cadde non perché
Mussolini, come è noto, si dedicasse agli amori extraconiugali, ma perché
commise una serie di errori politici. E in particolare quello di scatenare e
perdere la guerra. Fatti squisitamente politici, non privati o personali.
Ora, la prima anomalia politica italiana è quella del consociativismo al centro
(con varia fortuna e valore, si va infatti da Cavour a Craxi, Andreotti,
Forlani). E, di conseguenza, dell’assenza in tutta la storia unitaria italiana
di una destra conservatrice, parlamentare e “di massa” . Anomalia, rispetto a
ciò che - piaccia o meno - costituiva e costituisce la norma nell' Europa
liberaldemocratica (due partiti, o comunque due proposte chiare...). Al
fenomeno si possono dare varie spiegazioni storiche. Noi però non vogliamo
entrare nel merito della questione. Perciò rinviamo il lettore alle trattazioni
storiche in argomento.
Il fascismo sotto questo aspetto non fece che fortificare l’anomalia. E in che
modo? Indirettamente, puntando sull’idea antisistemica di fascio di forze al di
là della destra e della sinistra… Ma anche per un'altra ragione: nel
dopoguerra, poiché il fascismo aveva comunque cooptato forze conservatrici, la
destra venne messa fuori gioco (“centrismo”, “centrosinistra”, “unità
nazionale” fine anni Settanta, "pentapartito" anni Ottanta): semplificando
al massimo, l'elettore di destra, dopo il 1945, dovette perciò accontentarsi di
votare Dc, una "balena bianca" che, dagli anni Sessanta in poi, si
sarebbe accordato - o politicamente o di fatto - con le diverse anime della
sinistra, giocando astutamente su più piani. Le sole alternative per l'elettore
di destra restarono quelle di un lillipuziano partito liberale, troppo legato
alla Confindustria, o il ghetto missino. Una "ridotta", spesso
folcloristica, che ai tanti, memori del disastro fascista, non poteva non
ripugnare.
Questa situazione è andata avanti fino allo
scandalo di Tangentopoli e alla successiva discesa in campo di Berlusconi. Il
cui merito, richiamando Fini e cooptando le varie destre sparse ( interne ai
partiti socialista, democristiano, liberale, eccetera), rimane quello di essere
riuscito a ricomporre la destra in Italia, puntando sul bipartitismo
liberaldemocratico. Sotto questo profilo, Berlusconi, o meglio il progetto
storico da lui – volente o nolente – incarnato, rappresenta una seconda
anomalia rispetto al sistema politico italiano effettuale, per l'appunto di
tipo consociativo, a sua volta, però anomalo, rispetto alla normalità europea
(destra/sinistra, democratiche e ben delineate, eccetera).
In questo senso gli avversari del Cavaliere parlano giustamente di "Paese
normale". E per una ragione molto semplice: perché per “loro”, o meglio
dal "loro" punto di vista, la “norma” è il consociativismo
centrista...
Ciò significa che appena il Cavaliere sarà andato a fondo, su di lui potranno di
nuovo chiudersi le placide acque della “normalità” italiana.
Sic transit gloria mundi.
Carlo Gambescia
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