La concertazione secondo Mario Monti
Confusione, sei figlia della solita illusione...
Chiunque ami scrivere per quotidiani e riviste, sa che se
vuole "durare", deve adattarsi, attagliando la penna, a quella che è
la linea se non politica, almeno editoriale, di chi tiene i cordoni della
borsa.
L'altra parte della storia è che spesso, chi scrive e
legge di professione, si accorge subito, che certi editoriali
"attagliati" fanno logicamente acqua da tutte le parti. Insomma, che
oltre ai soliti e banali artifici retorici, le conclusioni cui perviene l'editorialista,
non sono coerenti con le premesse.
Si potrebbe parlare di "contorsionismo logico".
Ma non a lieto fine. Come quei ballerini, che a forza di danzare,
contorcendosi, alla fine si rompono una gamba.
Un esempio può essere fornito dall'editoriale di Mario
Monti ("Alzare la posta"), apparso ieri sul "Corriere
della Sera".
Al momento, i suoi pezzi devono sostituire, e pure
brillantemente, quelli vergati in precedenza da Padoa-Schioppa, già
"liberalizzatore" di punta del "Corriere della Sera" ( Ordini
di Mieli. A proposito, vi siete chiesti perché Geminello Alvi, collaboratore
del "Corriere", da qualche settimana, guarda caso dopo aver recensito
un libro del grande orientalista Tucci, non scriva più sulle pagine culturali?
).
Ora, il "Corriere della Sera", come è noto, è
favorevole alle liberalizzazioni e contrario alla concertazione. E di
conseguenza, ieri, Monti ha dovuto scrivere un editoriale dove magnifica la
libertà di mercato ( e non sarà né il primo né l'ultimo...). Dove si chiede al
governo di "tenere duro" sulle liberalizzazioni, perché la
"posta in gioco" è il "tenore di vita e la qualità della (...)
vita quotidiana" dei "cittadini-consumatori". Si dirà, anche
Monti sarà stato felice di scriverlo... Non del tutto, perché, proprio nella
chiusa, gli è scappato dalla penna, che i "consumatori" dovranno
essere "consultati".
Ma come i sindacati e le categorie
"corporative" no, e i consumatori sì? E su quali basi? Per settori di
consumo? Chi prende l'autobus, chi prende il taxi, chi va all'ipermercato, chi
compra sotto casa, eccetera?
Evidentemente, a un certo punto del suo ragionamento,
Monti si è accorto, che come si diceva nell'Italia rurale di cinquant'anni fa,
che a forza di attaccare l'asino dove vuole il padrone, uno rischia di farsi
troppi nemici, magari a cominciare dal governo Prodi. E allora, col cuore in
tumulto, ha buttato lì l'idea della concertazione coi consumatori, per
accontentare tutti. Rompendosi però "logicamente" una gamba, come i
danzatori di cui sopra.
Perché delle due l'una: o si punta sulla logica di
mercato, o sulla concertazione. Non è possibile mescolare le due cose. Magari
almanaccando confusamente, come fa Monti, su imprecisati "processi di
consultazione ai quali possano partecipare con le loro posizioni tutte le parti
interessate". Scontentando tutti e accrescendo la confusione...
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento