lunedì 10 luglio 2006

La concertazione secondo Mario Monti

Confusione, sei figlia della solita illusione... 





Chiunque ami scrivere per quotidiani e riviste, sa che se vuole "durare", deve adattarsi, attagliando la penna, a quella che è la linea se non politica, almeno editoriale, di chi tiene i cordoni della borsa.
L'altra parte della storia è che spesso, chi scrive e legge di professione, si accorge subito, che certi editoriali "attagliati" fanno logicamente acqua da tutte le parti. Insomma, che oltre ai soliti e banali artifici retorici, le conclusioni cui perviene l'editorialista, non sono coerenti con le premesse.
Si potrebbe parlare di "contorsionismo logico". Ma non a lieto fine. Come quei ballerini, che a forza di danzare, contorcendosi, alla fine si rompono una gamba.
Un esempio può essere fornito dall'editoriale di Mario Monti ("Alzare la posta"), apparso ieri sul "Corriere della Sera".
Al momento, i suoi pezzi devono sostituire, e pure brillantemente, quelli vergati in precedenza da Padoa-Schioppa, già "liberalizzatore" di punta del "Corriere della Sera" ( Ordini di Mieli. A proposito, vi siete chiesti perché Geminello Alvi, collaboratore del "Corriere", da qualche settimana, guarda caso dopo aver recensito un libro del grande orientalista Tucci, non scriva più sulle pagine culturali? ).
Ora, il "Corriere della Sera", come è noto, è favorevole alle liberalizzazioni e contrario alla concertazione. E di conseguenza, ieri, Monti ha dovuto scrivere un editoriale dove magnifica la libertà di mercato ( e non sarà né il primo né l'ultimo...). Dove si chiede al governo di "tenere duro" sulle liberalizzazioni, perché la "posta in gioco" è il "tenore di vita e la qualità della (...) vita quotidiana" dei "cittadini-consumatori". Si dirà, anche Monti sarà stato felice di scriverlo... Non del tutto, perché, proprio nella chiusa, gli è scappato dalla penna, che i "consumatori" dovranno essere "consultati".
Ma come i sindacati e le categorie "corporative" no, e i consumatori sì? E su quali basi? Per settori di consumo? Chi prende l'autobus, chi prende il taxi, chi va all'ipermercato, chi compra sotto casa, eccetera?
Evidentemente, a un certo punto del suo ragionamento, Monti si è accorto, che come si diceva nell'Italia rurale di cinquant'anni fa, che a forza di attaccare l'asino dove vuole il padrone, uno rischia di farsi troppi nemici, magari a cominciare dal governo Prodi. E allora, col cuore in tumulto, ha buttato lì l'idea della concertazione coi consumatori, per accontentare tutti. Rompendosi però "logicamente" una gamba, come i danzatori di cui sopra.
Perché delle due l'una: o si punta sulla logica di mercato, o sulla concertazione. Non è possibile mescolare le due cose. Magari almanaccando confusamente, come fa Monti, su imprecisati "processi di consultazione ai quali possano partecipare con le loro posizioni tutte le parti interessate".  Scontentando tutti e accrescendo la confusione...

Carlo Gambescia

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