A proposito di No Tav…
Erodiani e zeloti
Oggi
cannoni ad alzo zero, la spariamo forte: quando la sociologia finalmente andrà potere -
l’antico sogno di Auguste Comte - probabilmente
la qualità delle nostra vita sarà migliore. Non perfetta, perché la
perfezione non è di questo mondo, ma
migliore di quella attuale.
Esageriamo? Facciamo solo un piccolo esempio: la
cosiddetta “Questione No Tav”.
Dunque
se qualcuno, ad esempio un sociologo,
avesse detto al Ministro dell’epoca, quello che prese la decisione
(destra, sinistra non è questo il
problema): “Signor Presidente del Consiglio sono popolazioni di montagna:
fiere, combattive, rocciose per l’appunto. Anche ammesso che si riuscisse a dividerle, magari puntando su qualche
vantaggio economico e sull’interessata mediazione degli erodiani locali ( modernizzatori e universalisti) per usare un
termine allo storico Arnold J. Toynbee, andremmo comunque incontro a una
resistenza durissima, e indipendentemente dalle procedure democratiche
adottate: la democrazia del montanaro, è
assai antica, non si riconosce in quella
rappresentativa, regolata dal voto di
maggioranza, bensì solo quella fondata
sull’unanimità, secondo l’uso delle
antiche tribù celtiche. Meglio ancora se
intorno a un capo guerriero, considerato
però, dagli altri capi, come primus inter pares”. Così il sociologo.
Invece,
si è preferito non ascoltare la voce della sociologia e andare avanti, confidando
nella logica della modernità e della democrazia procedurale e giustamente anche della discussione. Logiche che non sono cattive, ma che spesso non sono
condivise da tutti. Con gli zeloti (tradizionalisti e localisti), altro termine mutuato dal
linguaggio di Toynbee, soprattutto se
montanari (e a maggior ragione se affiancati
dai fondamentalisti dell’ecologia),
difficilmente si fanno accordi. O si
vince, o si perde. Ma per vincere si deve essere disposti ad andare fino in
fondo, e da subito. Invece, i vari
governi hanno sempre tentennato. Di qui
disordini, ritardi, sprechi e un
peggioramento complessivo della vita di quelle popolazioni: per i zeloti come
per gli
erodiani.
Morale
(sociologica): perché impegnarsi senza
un vera volontà di vincere, parliamo dei vari Governi, in una
logorante guerra di posizione? Perché non lasciare ai montanari zeloti
le loro montagne… Quando non si vuole vincere o non si può vincere è
meglio non scendere in guerra. Scegliendo la neutralità… l’Italia avrebbe
sicuramente fatto figura migliore.
Carlo Gambescia
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