E
così Moody’s, ha tagliato anche il
rating di Eni, Enel, Finmeccanica, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Poste e Terna. Quel che però stupisce è la schizofrenia di alcune motivazioni. Ad esempio,
per Unicredit il taglio è legato al fatto che il gruppo dovrà « migliorare il debole livello di redditività delle
operazioni “core” in Italia». Infatti,
come si legge, « nell’attuale situazione
economica i bassi tassi di crescita e le misure di austerity del Governo
costituiscono un ostacolo per il gruppo in Italia e negli altri mercati». Il che
- si conclude - «potrebbe
aumentare le pressioni negative sulla redditività e sulla qualità degli asset» .
Il
lettore, intanto, prenda nota: se
Unicredit, non cresce la colpa è delle misure di austerity varate dal Governo.
E perciò del disinteresse pubblico verso
il destino economico di Unicredit…
Passiamo
oltre. Per Intesa Sanpaolo, sempre per
Moody’s, il taglio sarebbe invece dovuto «sia all’esposizione diretta verso il debito
sovrano italiano, sia al fatto che Intesa è concentrata soprattutto sulle
attività interne, visto che il settantasette per cento delle entrate del gruppo
sono generate in Italia». Per tale ragione, si ritiene che «il profilo di credito di
Intesa sia troppo legato al profilo di credito del governo italiano. E data
questa correlazione è poco probabile per
Intesa avere un rating più alto di quello del governo italiano».
Anche
qui il lettore prenda appunto: Intesa San Paolo ha in tasca troppo debito
sovrano, agevolando così più del dovuto il Governo:
i due fedifraghi (Berlusconi e Bazoli), insomma, la farebbero proprio sporca… Mah…
Veniamo
a Eni.
Secondo Moody’s, le possibilità
che il gruppo, possa risollevarsi
grazie al sostegno straordinario
dal governo, per ora, sono diminuite «in modo significativo». Quindi si tira in
ballo il Governo, ma questa volta perché
rifiuta di sganciare aiutini…. Per le stesse ragioni Moody’s ha abbassato anche il rating di Enel
e di Finmeccanica.
Veniamo
allora alle conclusioni: per un verso (Unicredit, Eni, Enel, Finmeccanica) si critica il
Governo per il disinteresse mostrato; per l’altro (Intesa Sanpaolo) si boccia invece
il legame troppo stretto tra banca e istituzioni di governo. Ma c’è dell’altro: come nel più classico
gioco delle parti, Unicredit, dovrebbe
guardare di più all’Italia, mentre Intesa San Paolo, di meno… E magari, in futuro, imbottirsi ( tutte e due le banche, però), di
tanti bei titoli spazzatura… Con quale scopo? Autoaffondarsi, e rapidamente of
course… Solo per fare un grosso piacere a Moody’s. E, in particolare, a chiunque vi sia
dietro.
Qui,
evidentemente, si vuole speculare sul default dell’Italia. Perciò per dirla con il vecchio Shakespeare, probabilmente
c’è del metodo nella follia di Moody’s.
Carlo Gambescia
P.S. Il nostro ragionamento può valere anche per le altre agenzie di valutazione…
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