“I fondamentali della Repubblica italiana”. Una battuta, quella della Meloni, in risposta a John Elkann, che aveva ricordato, e giustamente, al Governo italiano, i “fondamentali del mercato”. Cioè, un fatto semplicissimo: che le strategie di un’impresa dipendono dalla legge della domanda e dell’ offerta, non dai ducetti della politica.
Credevamo che la palma del “più bravo del bar sport” (oggi si
chiamano “influencer”), appartenesse a Gianfranco Fini. E invece no. La
Meloni nel
risolvere tutto con una battuta sembra essere più brava dell’uomo che sussurrava alle case: se il governo non conosce i fondamentali del mercato, John Elkann non conosce i fondamentali della Repubblica... Tiè...
Qual è il problema? Il gruppo Stellantis (inclusivo della Fiat), presieduto da John Elkann, è una multinazionale, che in un momento critico per il settore dell’auto, soprattutto in Europa, provocato da demenziali scelte politiche, dettate dalla mitologia ecologista, cerca di restare a galla, guardando al mercato mondiale. E di conseguenza, non può e non vuole nella persona del suo uomo più rappresentativo, John Elkann, perdere tempo e autorevolezza nel sottoporsi qui in Italia a processi pubblici, stile Convenzione durante la Rivoluzione francese: un’istituzione che lasciò che i comitati (il potere esecutivo di allora) facessero strame delle istituzioni parlamentari, e quindi di se stessa.
Giorgia Meloni studi, prima di parlare per battute. Le
audizioni, lo sapeva anche Bombolo, se “pilotate”, possono trasformarsi
in processi pubblici, in “caciara anticapitalista”. Con lancio e
rilancio per il telegiornale del venti.
Per capire di che razza di pasta (velenosa) è fatta questa
gente, Giorgia Meloni, come prova il disegno di legge sul premierato,
vuole imporre che in caso di crisi non si punti su governi,
presieduti da tecnici, estranei al Parlamento, membri non eletti
insomma. Però, non vale il contrario. Perché Giorgia Meloni vuole
processare, con la scusa dei fondamentali della Repubblica, John Elkann
davanti al Parlamento. Sì, pro-ces-sa-re. Perché di processo si tratta,
tipo comitato di salute pubblica. Altro che rispetto per le
istituzioni parlamentari. Il cosiddetto premierato, caldeggiato, sempre
da Giorgia Meloni, rinvia al plebiscitarismo e al rafforzamento del
potere esecutivo, fatto che non ha precedenti nella storia repubblicana. Capito? Quella dei fondamentali...
Pertanto, se proprio si vuole indicare un esempio di non conoscenza dei fondamentali della Repubblica lo si trova in Giorgia Meloni, che si è politicamente formata in un partito dalle radici fasciste. E che, cosa che è giusto ripetere, non ha mai conti con il fascismo. Però “la più brava del web-bar sport”, pretende di dare lezioni a Elkann. Che è un imprenditore, costretto a difendersi dagli assalti del diffuso statalismo italiano. E infatti ha contro anche gli imbecilli politici di sinistra.
Al posto di Stellantis, staccheremmo un assegno, per chiudere la questione dei contributi pubblici, regolarmente rinfacciati alla Fiat dai governi di destra e di sinistra. Dopo di che chiuderemmo immediatamente le improduttive fabbriche italiane. Che Giorgia Meloni si inventi, declamando fregnacce (pardon) a reti unificate da Vespa, un bel “piano Mattei” per l’Italia: scavare buche e riempirle. Con i soldi dello stato, ovviamente. Cioè i nostri.
Carlo Gambescia.
Che il povero Elkann sia (stato) "costretto a difendersi dagli assalti del diffuso statalismo italiano" fa un poco ridere, suvvia. Saluti
RispondiElimina:-) Mi spiego: diffuso nel senso che destra e sinistra (per non parlare di fascisti e comunisti) condividono l'idea che nelle relazioni con l'economia, l'ultima parola debba sempre essere quelle della politica, quindi dello stato. Ovviamente Elkann non è l'ultimo dei disgraziati e può anche rimanere antipatico. Però è il principio che conta. Ovviamente è una mia modestissima opinione. Ricambio i saluti.
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