lunedì 21 ottobre 2024

Brutto momento

 


Questa mattina vorremmo tornare ancora una volta sulla passività degli italiani, a proposito della pubblicazione da parte del “Tempo” di una mail privata scritta da un magistrato. Probabilmente carpita da una chat, altrettanto privata, storpiandone il senso solo per fare un favore a Giorgia Meloni, presentandola come una specie di eroina politica vittima della sinistra brutta e cattiva.   Oggi, “Il Tempo” pubblica altre mail , sempre carpite. La lapidazione della magistratura, come istituzione, continua...

Dicevamo della passività degli italiani: passività annunciata, frutto di un imbarbarimento populista che si manifesta attraverso forme di indifferenza nei riguardi dei  mezzi usati nella lotta politica, anche i più sporchi. “Tutto è ammesso, tutto è possibile”. Ecco la reazione tipica dell’italiano medio, reazione trasversale che prescinde dall’opzione politica. Ormai si pensa alla salvezza nel quotidiano. Se ci si passa l’espressione: ognuno per sé, di per tutti. Questa la triste realtà.

Il partito politico, da destra a sinistra, si è tramutato nella bambinaia di un elettore infantile, capriccioso e nevrotico, al quale, nel nome della democrazia emotiva, fondata sulla paura di perdere ciò che si ha, si forniscono, come giocattoli, capri espiatori, dal migrante all’ebreo, dall’atlantista al liberale. Ai quali presentare il conto come attentatori di una normalità che in realtà non è tale, perché Italia e Europa rischiano di assomigliare sempre più a una superfortezza, dalle fondamenta fragili, con zone comfort riservate soltanto agli europei e agli italiani. Una specie di nuovo regno, solo apparentmente incantato, dell’apartheid.

In questo contesto di ordinaria barbarie nessuno si è reso conto del gravità di un fatto: che Giorgia Meloni, cioè il Presidente del Consiglio, ha rilanciato una mail carpita a un magistrato. Una cosa che in un paese normale imporrebbe le dimissioni. E invece tutto tace. Del resto la stessa sinistra, maestra in queste tecniche tra il manipolativo e l’illegale (si pensi ai commenti carpiti alla stessa Meloni, su una chat dei deputati di FdI, finiti in rete e sui giornali), è restata zitta, per la serie, scagli la prima pietra, eccetera, eccetera.

Ripetiamo. Il fatto che il Presidente del Consiglio, e non un semplice hacker, si avvalga, pubblicamente, di una tecnica manipolativa, palesemente illegale, è un fatto che non ha precedenti, pur in un contesto politico a dir poco degradato, dove ormai tra i partiti volano solo palle di merda (pardon).

Ora che la sinistra taccia, come abbiamo detto, può anche essere “comprensibile”, ma resta cosa grave che ieri sera il solo a parlare di dimissioni sia stato chi scrive.

Esageriamo? Non si tratta di cosa grave? Ricordiamo agli smemorati politici di Collegno che Giorgia Meloni ha dietro di sé, non un normalissimo partito conservatore ma un partito dalle salde radici neofasciste. Che sulle palle di merda (di nuovo pardon) contro il parlamento e i partiti ha costruito, fin dai nonni (“Since 1919”), le sue fortune e sfortune degli italiani. Quindi la tecnica manipolativa e illegale è al servizio dei nemici della democrazia liberale.

Sembra di scrivere sull'acqua. Siamo davanti a un  diffuso  atteggiamento passivo,  persino negli analisti.  Un immobilismo, alla fin fine, crediamo, frutto  della paura di ritorsioni da parte di un governo che per ora sembra non voler arretrare davanti a nulla.

Brutto momento.

Carlo Gambescia

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