giovedì 18 luglio 2024

Qualche giorno di relax...

                   



 

Si può trasformare un avviso per i lettori in articolo? Tenterò.

Sì, mi prendo qualche giorno di relax. Diciamo subito che il relax come concetto è borghese, come del resto spiega la derivazione linguistica anglofona. Relax da to relax, rilassare, rilassarsi. In questo caso come forma di distensione fisica e psichica, dopo un sforzo notevole.

Dicevamo borghese. Chi meglio di un britannico, in senso storico, può essere definito borghese? La patria della borghesia e delle libertà politiche ed economiche. Gran Bretagna, patria del liberalismo. Una terra che, suscitando l’invidia di Carl Schmitt, ha conquistato il mare. E attraverso il mare il mondo, dalle Americhe all’India. L’orbe terracqueo per parlare difficile. Trasformando costumi, economia, mentalità. Il borghese è la modernità. Francis Drake, persona reale, è il contrario di Don Chisciotte, personaggio letterario.

Oggi, piaccia o meno, siamo tutti borghesi. E non solo in Occidente. Perché, ecco il punto: mentre il comunismo è rimasto confinato in un solo paese (semplificando), il capitalismo borghese, partito dalla Gran Brategna, del libero scambio, delle navi e delle ferrovie, ha conquistato il mondo. E ne dobbiamo essere orgogliosi. Su la testa borghesi! Non esiste capitalismo in un solo paese. Il capitalismo o è mondiale o non è.

Oppure è altra cosa. Vecchio mercantilismo. Un fenomeno preborghese e precapitalistico. Ammesso e non concesso che esista un ipercapitalismo (definizione di tipo anticapitalista priva di qualsiasi fondamento teorico e storico), come fenomeno rinvia alla completa internazionalizzazione degli scambi. Il protezionismo è la morte del capitalismo. In questo senso il protezionista Trump è il necroforo del capitalismo.

Ma torniamo al relax. Chi scrive non si vergogna di essere borghese. Cioè innanzitutto un uomo libero, da chiese e partiti, che crede nella libera iniziativa, nella volontà individuale, e nel lavoro, nel mio caso intellettuale, che è il naturale prolungamento della volontà. Si dirà che il vero borghese, nel senso weberiano, non deve conoscere il relax. Il principio non è sbagliato, perché il lavoro è il riposo del borghese, il suo relax costruttivo.

Sotto questo aspetto il mediocre socialista conosce le ferie… il borghese liberale, talvolta a malincuore, il relax. Le ferie, modernamente intese (non i culti del romano antico), sono un diritto, il relax una scelta. Da un lato il petulante welfarista dall’altro il potente imprenditore di se stesso. Dietro le ferie c’è il gregge socialista, dietro il relax l’individuo liberale.

Perciò cari amici lettori ho “libera(l)mente” scelto di concedermi qualche giorno di relax.

A presto.

Carlo Gambescia

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