lunedì 8 luglio 2024

Elezioni. Il vicolo cieco francese e la nuova età del ferro…

 


Sulle elezioni francesi invitiamo il lettore a non tenere in gran conto la questione delle desistenze. Tesi usata dai commentatori di destra (soprattutto in Italia) per far passare l’odiatissimo Macron come complice della sinistra e così denigrarlo.

In realtà, per ora, resta ancora difficile definire con precisione il numero dei candidati macroniani realmente ritiratisi al secondo turno, dove però, attenzione, arrivati terzi al primo turno. Si parlava di 305 triangolari su 501 (*).

E comunque sia, non è un problema di turni, cioè di meccanismi elettorali, ma di contenuti politici e culturali. Di tradizioni politiche. Perché, ad esempio, proprio pochi giorni fa in Gran Bretagna, con il maggioritario secco, a un turno (non due come in Francia, quindi ancora più duro ), ha vinto una sinistra moderata, che non ha nulla in comune con il radicalismo della sinistra francese.

Insomma il problema – ripetiamo – rinvia ai contenuti. Dove resta viva una tradizione liberale e non c’è pericolo fascista, né di altro tipo di estremismo, anche di sinistra, può vincere una specie di centro-sinistra o centro-destra dal carattere esplicitamente moderato.

Onestamente va detto che sul piano europeo (ma anche negli Stati Uniti con Trump non si scherza) il liberalismo moderato, con sagge aperture a destra o sinistra, rappresenta una “tradizione” politica al momento in declino. Si pensi alla democrazia cristiana italiana (con le sue diverse anime), ai popolari spagnoli, ai democristiani e socialdemocratici tedeschi, ai repubblicani francesi prima di Sarkozy, e ovviamente al laburismo britannico.  Insomma, dove c’era e c’è una prevalenza dell’approccio liberale, o comunque moderato, si riducevano e riducono le potenzialità elettorali del radicalismo rosso o bruno o addirittura rosso-bruno.

Quanto appena precisato, non rappresenta però una specie di scappatoia dialettica, per giustificare il caotico quadro politico francese uscito dalle elezioni. Anche perché alcune risposte le elezioni le hanno date.

In primo luogo, gli elettori hanno mostrato di preferire ( e non è la prima volta in Francia, si potrebbe addirittura risalire a Guizot), gli estremi. Semplificando: fronte popolare e  petenisti. Sembra veramente di essere tornati, anche sul piano del lessico storico, agli anni Trenta-Quaranta dei Novecento. Il che è molto preoccupante.

In secondo luogo, dal momento che nessuna forza politica di destra, centro e sinistra ha i numeri per governare l’unica prospettiva resta quella di un governo di coalizione. Cosa che, a nostro modesto avviso, se si concretizzerà, qualsiasi “colorazione” politica questo nuovo governo assuma, la Francia sarà ingovernabile. E anche questo è molto preoccupante.

In terzo luogo, non vediamo che due possibilità, non prive di lati negativi.

La prima: nuove elezioni. Che non è detto, risolvano la questione delle governabilità. Una specie di poker. Con Macron che, purtroppo, ha in mano una sola o doppia coppia. Di conseguenza, la possibilissima vittoria di petenisti o frontisti porterebbe la Francia, fuori dall’Europa, e dal consorzio delle nazioni liberal-democratiche. Con il classico pendant della fuga di capitali, inflazione, crollo del tenore di vita, eccetera, eccetera.

La seconda: un golpe macronista, diciamo liberale, per la difesa della costituzione democratica dall’attacco concentrico di petenisti e frontisti. Che però, se non riuscisse (e l’ipotesi non è così remota) , favorirebbe un’instabilità ancora più spiccata, con scontri di piazza, guerrriglia urbana, eccetera. Inoltre militari e polizia, potrebbero pronunciarsi per gli insorti, di destra o sinistra che siano (non è solo la Spagna a godere di una tradizione in materia), anche appoggiando gli uni contro gli altri.

Come si può intuire, la situazione francese è molto grave. Sembra, come abbiamo più volte scritto, che i popoli europei – quindi non solo i francesi – non vogliano più sentire parlare di moderazione politica.

Si sognano nuove avventure politiche? Rosse o brune che siano? Non si capisce. Probabilmente, a livello di massa, prevale una visione paranoica della realtà. Non c’è epoca della sua storia (forse solo durante gli imperatori Antonini), in cui  i popoli europei abbiano goduto di un eccezionale tenore di vita come quello degli ultimi ottant’anni. Eppure – ecco il delirio paranoico – proliferano scontento, delusione, amarezza, sentimenti assolutamente ingiustificati.

Si vive un’ età dell’oro, ma nell’immaginario la si giudica del ferro.

E ferro si potrebbe ricevere. Anche nelle carni.

Carlo Gambescia

(*) Sulle sfide al secondo turno si veda qui: https://www.ilpost.it/2024/07/01/triangolari-ballottaggio-elezioni-francia/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche  . Al secondto turno sono poi rimasti 89 ballottaggi a tre  e  due a quattro. Si veda qui: https://www.ilpost.it/2024/07/02/candidati-ritirati-secondo-turno-elezioni-francia-triangolari/ .

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