domenica 14 luglio 2024

Attentati. Donald Trump e Huey Long

 


Sarebbe errato fare raffronti con  le uccisioni  di Abraham Lincoln, James A. Garfield, William McKinley e John Fitzgerald Kennedy. Trump innanzi tutto non è ancora in carica. Ed è ancora vivo.  Inoltre i presidenti uccisi non erano in odore di fascismo, anche per ragioni cronologiche.

Lincoln fu ucciso da un sudista, Garfield da un suo sostenitore non accontentato, Mckinley da un anarchico di origine polacca, Kennedy da un comunista americano formatosi a Mosca.

In realtà l’attentato a Trump, ricorda quello del 1935,che mise fine alla vita di Huey Pierce Jr. Long, governatore della Louisiana e aspirante Presidente degli Stati Uniti. Per opera di un medico, Carl Weiss, un borghese, privo di qualsiasi legame con associazioni terroistiche,  dalle idee democratiche, probabilmente ossessionato (ma si era negli anni Trenta) dall’ascesa di Hitler in Germania.   Sembra  fosse genero di un giudice, politicamente contrario e Long, e per questo non rieletto.

Long, anche a detta di Salvemini ( L’Italia vista dall’America, ed. Opere, Feltrinelli, p. 141), era il classico esponente del partito democratico del Sud:  razzista, populista, isolazionista, non scevro da simpatie fasciste. 

Un bruttissimo personaggio, adorato da folle peggiori di lui. Un pericolo dal punto di vista politico. Probabilmente Long venne ferito, morendo poche ore dopo (sembra anche per errori medici), dagli uomini della sua scorta: i “cosacchi”, armati di mitra a tamburo, come i mafiosi di Al Capone, che crivellarono di colpi l’attentatore, sembra circa sessanta. American pulp.

Ecco Trump è dello stesso stampo ideologico di Long. A novant’anni di distanza gli Stati Uniti si trovano a fronteggiare un personaggio della stessa pericolosità politica. All’epoca, anche se per ovvi motivi non riuscì a far progredire la sua candidatura, Long aveva davanti a sé il politicamente fortissimo Franklin Delano Roosevelt.  Probabilmente non ce l’avrebbe fatta. Trump, già una volta presidente e con un indecoroso tentativo di golpe sulle spalle, potrebbe invece essere rieletto.

Probabilmente chi gli ha sparato, prontamente eliminato, porterà il suo segreto nella tomba. D'Altra parte è  ancora presto per dare giudizi definitivi.
 

Per Trump, già in vantaggio su Biden, l’attentato è un colpo di fortuna elettorale, sul quale costruire, come fu ai tempi di Long, teorie complottiste sui poteri della massoneria, degli ebrei, dei servizi segreti, di Zelensky, Biden, e così via fino al Papa.

Una manna insomma.  Anche per la Russia di Putin.

Carlo Gambescia

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