Nel 1924 sulla scia dell’assassinio di Giacomo Matteotti, venne fuori una storia sulle tangenti pagate da un’impresa petrolifera americana ad alcuni politici fascisti per ottenere concessioni di ricerca in Italia. Matteotti, si raccontava, sapeva, stava per fare i nomi, quindi eccetera, eccetera.
Una vicenda che non è mai stata chiarita. Nel dopoguerra, anzi durante la Guerra Fredda, l’Italia, che per l’intelligence, in particolare nell’ultima parte del conflitto, dipendeva dalla polizia segreta nazista, si trasformò in un crocevia di spie, americane, russe, italiane. Tutti pagavano tutti: era la continuazione della guerra con altri mezzi, diciamo economici.
Va detto chiaramente, che nell’ambito dei due schieramenti, chi riceveva soldi da Washington, era perfettamente in regola dal punto di vista delle alleanza atlantica, chi riceveva soldi da Mosca, no, perché era dalla parte del nemico.
Ora, questa storia dei possibili finanziamenti dei russi ad alcuni partiti italiani, rientra nel quadro del conflitto Est-Ovest tornato a infiammarsi negli ultimi anni. Pertanto la regola per orientarsi non è cambiata: chi riceve soldi dagli americani è un soldato dell’Occidente, chi dai russi, un traditore.
Si dirà che il denaro inquina la democrazia. In realtà, quando si tratta di denaro che aiuta a difenderla, anche dagli stupidi puristi della democrazia, è sempre il benvenuto.
Certo, la sinistra, sotto le elezioni, come provano i suoi giornali, tenta di approfittare del possibile scandalo. Diciamo che sul piano politico, strettamente politico, fa il suo lavoro: sarebbe sciocco, non approfittare della ghiotta occasione fornita dagli americani.
Quanto alla possibilità che Salvini, tanto per non fare i nomi, abbia preso denari da Mosca, sospendiamo il giudizio. Un sovranista, dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto: come potrebbe mai un “italiano vero”, per dirla con Toto Cutugno, vendersi allo straniero?
Tuttavia, e qui torniamo al 1924, alla storia, per carità mai del tutto chiarita, dei fascisti percettori di tangenti american: anche quelli si dichiaravano “italiani veri”…
Carlo Gambescia
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