mercoledì 28 settembre 2022

Anitifascismo buono e antifascismo cattivo

 


Va in onda su Rai3 un programma condotto da Marco Damilano, “Il cavallo e la torre”. Ieri si parlava di antifascismo. Al di là degli interlocutori, quel che ci ha colpito è il tentativo – per carità, per ora sottile, indiretto – di mettere sullo stesso piano – il lettore trattenga il respiro – Fratelli d’Italia, vincitore delle elezioni, e il regime fondamentalista iraniano. Iltrait d’union simbolico – attenzione – è rappresentato, plasticamente (si tratta pur sempre di televisione, immagini ed emozioni) dalle accattivanti note di “Bella ciao”, nella suggestiva esecuzione in video di una giovane iraniana.

Ora, se è vero che il dio, patria e famiglia di Giorgia Meloni, può apparire, rispetto a una visione liberale dei diritti individuali, una celebrazione di valori anti-individualistici, è altrettanto vero che tra l’Italia e l’Iran, culturalmente parlando, esiste un abisso.

E comunque sia, mettere sullo stesso piano una forza politica, comunque eletta in parlamento, quindi formalmente democratica e un regime dittatoriale, formalmente e sostanzialmente, repressivo, in nome dell’antifascismo, seppure in modo velato, non è corretto.

Inoltre, cosa ancora più grave, si rischia di tramutare l’antifascismo buono in una barzelletta, che può fare solo il gioco dei fascisti veri: di chi insomma rimpianga non tanto Mussolini e il regime fascista, quanto l’antiparlamentarismo, l’anticapitalismo, l’antiliberalismo del fascismo: quel mondo culturale che può essere definito della “tentazione fascista” (*). E tra i dirigenti e gli elettori di Fratelli d’Italia non sono pochi.

Qual è l’ antifascismo buono? Qual è l’antifascismo cattivo?

L’antifascismo buono è quello che distingue tra la modernità liberale e la modernità fascista, nazista e comunista.

Infatti, non si dimentichi mai che fascismo, nazismo e comunismo sono tre riposte al modello di sviluppo capitalistico. Propongono percorsi di sviluppo profondamente diversi, rappresentati però da un fattore comune, quello dell’eliminazione delle istituzioni liberali a tutti i livelli. Per contro, il fondamentalismo religioso, di tipo islamico rifiuta la modernità in quanto tale: quindi rifiuta liberalismo, fascismo, nazismo e comunismo. Il mondo si è fermato al tempo del profeta e dei suoi successori, per varie diramazioni. Sono cose che perciò vanno tenute in considerazione. E soprattutto fanno la differenza, come ora vedremo, tra totalitarismo modernizzante, e arcaismo fondamentalista.

È vero che fondamentalisti islamici e fascio-comunisti (semplificando) non disprezzano, soprattutto sotto il profilo militare, la modernità tecnologica, ma si tratta per i fondamentalisti di una scelta opportunistica, la Umma, la comunità ideale dei fedeli ne deve sempre restare fuori. Mentre per i fascio-comunisti le conquiste della modernità vanno messe al servizio, non dell’individuo ma della comunità reale, che può essere nazionale, razziale, pseudoproletaria.

Se proprio si deve usare la categoria di reazionario, si può asserire che il fondamentalista islamico è un reazionario tout court, mentre il fascio-comunista un modernista reazionario, un mix di reazione e modernità.

Ora, quando in nome dell’antifascismo si accomunano i due fenomeni (Meloni-Iran) si fa confusione tra le due impostazioni ideologiche, e soprattutto si assolve il comunismo, non tanto come regime di fatto, quanto come idea, sulla base delle intenzioni, si dice, ugualitarie. In pratica, si condannano, sparando nel mucchio, fondamentalismo, fascismo e nazismo. Si fa insomma dell’antifascismo dimezzato, sofistico, cattivo, perché si riconoscono al comunismo, rispetto al fascismo e al fondamentalismo islamico, buone intenzioni. Come se le vie dell’inferno, per dire una banalità, non fossero tutte lastricate, eccetera, eccetera.

Tornando al programma di ieri sera, si attribuisce a Giorgia Meloni un rifiuto totale della modernità che non le appartiene. Il dio, patria e famiglia, rimanda ai sussidiari fascisti non al Corano, o a una certa sua interpretazione.

Il che però non rende meno pericoloso Fratelli d’Italia, dal momento che il modernismo reazionario, si pensi solo al devastante ruolo del futurismo politico (tra l’altro tuttora difeso negli ambienti culturali di estrema destra), è ancora più pericoloso del reazionarismo tout court dei fondamentalisti islamici. Perché si ispira al clima della “tentazione fascista”, che opponeva al capitalismo e al comunismo una terza via, capace, ci si illudeva, di conciliare modernità e tradizione, sviluppo e gerarchia. Poi sappiamo tutti come è finita.

Per capirsi, se in Europa e in Italia, non si prende sul serio il modello culturale, politico ed economico iraniano, anzi lo si deride, molti cittadini, al contrario, credono tuttora possibile fuoriuscire dal capitalismo, fare a meno del parlamento, comprimere i diritti individuali.

Qui il vero problema, bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao…

Carlo Gambescia

(*) Qui un nostro articolo in argomento: https://cargambesciametapolitics.altervista.org/sul-fascismo-immaginario/

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