lunedì 9 marzo 2020

Coronavirus
L’Italia che litiga


Se non fosse per la pandemia psichica, alimentata dalle misure delGoverno populista,    che rischia di fare ben più danni del Coronavirus, ci  sarebbe da ridere. Per quale ragione?  Perché l’Italia si azzuffa sulle regole, invece di preoccuparsi, come  da giorni andiamo ripetendo, del diffondersi sempre più pervasivo di una specie di leggenda metropolitana, quella dell’epidemia,   a colpi di Gazzetta Ufficiale. Si discute dell'inessenziale. E ciò è quanto meno tragicomico. 

Un giorno sarà interessante studiare, la  “prima epidemia al tempo del populismo”.  Chi scrive non capisce nulla di virologia ma i dati nudi e crudi  ( non i tassi frutto di algoritmi) su  sessanta milioni di abitanti, fanno semplicemente ridere.  Eppure il Governo populista va avanti come un treno o quasi.
Quasi, perché non tutti sono soddisfatti delle misure prese. Come dicevamo si litiga. Ma sulle regole.  
La destra vorrebbe misure ancora più dure. La sinistra, in particolare il Pd, al governo con Conte, tace, quindi acconsentendo alle sue disordinate follie. Da “avvocato del Popolo”.
Regioni e Comuni nel resto dell’Italia, in preda al timor panico impongono divieti a chi proviene dalle Regioni del Nord. E viceversa.  Due giorni fa  alla stazione di Milano  alcune migliaia di persone, aggredite della pandemia psichica,  hanno assaltato i treni diretti  al  Sud  per non finire nella ragnatela dell’annunciato Dpcm . All’arrivo, ma sembra anche durante il viaggio (lunghissimo),  sono stati, accolti dalle forze di polizia, pare in Campania e Puglia.  

La Chiesa, abituata a benedire - diremmo quasi da sempre -  gagliardetti, labari  e bandiere (quindi, caro professor Cardini non è questione di secolarizzazione, ma di  scampoli di potere temporale…),  andando  addirittura oltre i provvedimenti varati dal Governo populista, ha  vietato messe e altre cerimonie religiose. Con buona pace dei fedeli, quelli  veri,  alle prese con parroci trasformati in ufficiali della pubblica igiene e a tempo di record  dall' episcopato stesso.  Sarebbe proprio il caso di dire Amen…
Un altro gruppo  - come dire? -  di dottori  Stranamore  della medicina  ha  proposto di salvare i giovani e lasciar morire vecchi. Il che rientra perfettamente nella logica utilitaristica del welfare state, che ipocritamente  si finge attento, e in modo disinteressato,  al bene di tutti cittadini… Il punto è che il welfare, di suo e da sempre,   promette due medici per italiano, cosa assolutamente impossibile. Di conseguenza  dinanzi alle inevitabili  aspettative crescenti (massime in questo momento), quando si deve scegliere,  visto che le risorse sociali non possono non essere scarse, si ragiona in chiave di  minor male. E come? Burocraticamente, sulla base del criterio utilitaristico, l’unico possibile nella pratica sociale che deve andare per le spicce. Quale?  Quello dell’aspettativa di vita.  "Requisito" misurabile, quantificabile e  che, ovviamente, per l’anziano è ridotta…  Di qui, polemiche a non finire tra Welfare laico e Welfare religioso.  Che però.  come si è visto,  sembra aver  girato le spalle ai fedeli  vietando le messe. Lo Stato Sociale Cattolico dell’Anima non funziona meglio di quello Laico. Il lettore prenda appunto:  lo stato, profano o sacro che sia, non è mai la soluzione. Anzi è il problema.

Ultima ora, anche i carcerati protestano...
Come in una specie di   gigantesco talk show populista,  si litiga sulle regole,  dando per scontato, pur non essendo affatto così, che l’Italia  sia  prigioniera della  nuova peste del 2020.  E così si  parla di mascherine  e altre  questioni organizzative,  dando la stura alle proteste dei vari gruppi pressione, perdendo di vista le grandi questioni delle  libertà  e dell’agire razionale. Che  di regola   sono nel cuore di pochi eletti,  figurarsi quando impazza la pandemia psichica… Controprova?  Chiunque in queste ore  dichiari  di voler continuare a vivere in modo normale viene giudicato - e da tutti i contendenti -   un nemico  del  popolo privo di senso civico...   
Possiamo  dire una cosa liberale?  Ma non sarebbe stato meglio Laissez faire, Laissez passer anche questa “epidemia” come le altre?

Carlo Gambescia