martedì 25 febbraio 2020

Virus Corona o Virus Populista?

 Il mondo  è molto più complesso di quanto credano i nazionalisti, pardon  sovranisti e populisti.  Una riprova? Si pensi all’effetto sull’economia mondiale che sta avendo la pandemia psichica da Coronavirus. Gli indici borsistici  hanno perduto  parecchi punti,  alcuni governi come il nostro, parlano già di finanziamenti pubblici straordinari, il che implicherà nuovi tributi e  ulteriori rallentamenti economici  Il Pil di molte nazioni,  a partire da quello cinese, il più importante di tutti, per l’effetto traino, rischia di precipitare in picchiata.
Eppure niente. Si continua a macinare chilometri per  “andare verso il popolo”,  alimentando paure inutili con provvedimenti cervellotici e liberticidi.

Diciamo che  viviamo  nel   tempo  tempo segnato dalla  “democrazia  emotiva” mondiale. Una specie di ideologia e pratica della svalutazione politica ed emozionale  delle competenze, impregnata  di caramelloso  romanticismo nazionalista,   incentrato a sua  volta   sul vellicamento  del popolo e sul timore di perdere consenso contraddicendo  le stupidità diffuse.  In Italia, ad esempio, in base a questo timore sono stati presi provvedimenti assolutamente sproporzionati, e con una serietà che è veramente preoccupante. I nuovi governi populisti  non hanno veramente il senso del ridicolo. La differenza tra le politiche soft  implementate  all'epoca della Sars (2003) e  le misure esagerate  adottate oggi  è data dal  fatto che i populisti ora sono al comando.   

I populisti  sono animati da una specie di   mix tra mancanza di autoironia e totale ignoranza della complessità del mondo.  In sintesi, siamo dinanzi a una stupida faciloneria, che si lascia trascinare qui e là  da minacciosi venti di un’isteria sociale, cavalcata dai vecchi e nuovi media.  Tutto ciò, riprendendo di nuovo l'eccellente intuizione politologica di Theodor Geiger, si chiama “democrazia emotiva”. O populismo, per tornare all’attualità.
Ora che  i “popoli” siano “emotivi”,  dopo la grande lezione paretiana, è pressoché scontato, meno accettabile è che le élite politiche   inseguano il popolo, lasciandosi trascinare, anch'esse,  dalle emozioni,  pur di non perdere consenso.
Si tratta di una deriva inarrestabile? Oppure si può fare qualcosa?  
Quel che sta succedendo addirittura negli Stati Uniti, cantiere politico del mondo,  dove, in piena campagna per le Presidenziali,  al populismo gridato di Trump, squisitamente  di destra,   sembra  opporsi  il populismo urlato  di Sanders, chiaramente di sinistra,  non depone a favore del ritorno alla  “democrazia razionale”, per giocare sul contrasto con “democrazia emotiva”. Insommadestra e sinistra sembrano   assomigliarsi sempre di più. Paiono  condividere lo stesso approccio populista. Emotivo, superficiale ma autoritario, e soprattutto  privo di qualsiasi autoironia: i populisti si prendono sul serio. Troppo. Insomma,  non conoscono il senso del ridicolo.  
In Italia, per usare una battuta giornalistica, il Partito democratico, sembra vada “grillizzandosi”, come del resto la destra, a cominciare dalla Lega, che in Salvini, ha trovato  il suo Beppe Grillo. Le misure di questi giorni, ripetiamo, discendono dalla natura populista, quindi emotiva ed emozionale del  governo  giallo-rosso. Detto altrimenti:  se al potere, oggi,  fossero ancora i giallo-verdi farebbe esattamente le stesse cose.
Non sarà facile venirne fuori. Dal Virus Corona? No,  dal Virus Populista

Carlo Gambescia