domenica 23 febbraio 2020

Le misure governative contro il Coronavirus
Follia!


I dati statistici ci dicono che si tratta di poco più  una normale influenza (*), altro che pandemia. Se fosse tale, considerati i tempi lunghi del silenzio cinese, a quest'ora gli ospedali sarebbero pieni... Eppure ormai il Coronarivus si è trasformato  nella  "Peste del 2020"…  Stiamo assistendo  alla nascita e allo sviluppo di una psicosi collettiva, dalle conseguenze politiche, economiche e sociali probabilmente devastanti. Un  fenomeno degno della massima attenzione da parte della sociologia, perché si  rischia  una vera pandemia, ma psichica,  a sfondo sociale.  
Ieri abbiamo accennato ai pericoli  per libertà del cittadino (**). Oggi, e avremmo voluto essere cattivi profeti, su tutti i giornali si può leggere delle misure assolutamente sproporzionate prese dal Governo. Si parla di quarantena per cinquantamila persone... Follia!
Come si è giunti a questo?  La percezione del Coronavirus come nuova peste, veicolata dalle sensazionalistiche  semplificazioni  dei mass  media, vecchi e nuovi,  si è tramutata in risorsa politica. Quindi in mezzo per perseguire un fine politico:  la conservazione del potere attraverso il consenso che può essere guadagnato o mantenuto - visto che siamo in democrazia - attraverso l’azione politica di governo. Un processo di costruzione del consenso, di tipo scalare, che può giungere, come nel caso del Coronavirus, a misure illiberali.      
Alla base delle spropositate misure governative  c’ è il progetto politico di presentarsi, ideologicamente agli elettori, quando si andrà al voto,  come  “il Governo che ha sconfitto la Peste del  2020”. Insomma, si  corre dietro, rischiando di  moltiplicarlo in chiave sociologicamente pandemica, al fenomeno della  psicosi collettiva, già in atto, da Coronavirus: dal momento che l’uomo comune penserà che “se si isola una località, la cosa allora è grave”. Quindi altra benzina sul fuoco...  Un inciso: al governo ora sono i populisti di sinistra, ma con quelli di destra, le cose non andrebbero diversamente. Si ricordi quando scritto ieri  sull'invasività sociale del principio di precauzione, difeso dalla destra come dalla sinistra normali. Figurarsi perciò dai populisti di tutti i colori... In qualche misura, per capirsi, già il solo parlare di pandemia è un atto politico.   
Ovviamente,  una volta avviatosi su questa strada, il Governo, quando tra qualche mese la bolla d'aria si sarà sgonfiata,  come per tutte le infezioni stagionali,  presenterà tutto ciò come  una  vittoria della sua linea dura contro la “Peste del 2020”.  Dando così il cattivo esempio ai governi che seguiranno.
Giorni fa rileggevamo I promessi sposi, soffermandoci sulla pagina in cui  Don Ferrante nega l’esistenza della peste, sulla base di un ragionamento antiscientifico. Il Manzoni lapidario, ricorda, che ragionando così,  se la  prese , si mise a letto e morì come un eroe del Metastasio, prendendosela con le Stelle.
Diciamo che oggi la logica si è rovesciata. Non si minimizza, anzi si enfatizza il pericolo, nonostante scienza e statistica ci dicano che siamo davanti a una forma influenzale curabilissima.
Don Ferrante ignorava la scienza moderna,  noi ne siamo satolli, eppure,  ci comportiamo in modo meno  razionale del “dotto” del Manzoni.  Don Ferrante, in nome di uno pseudo-aristotelismo, in qualche modo condivideva la scienza normale (o quasi) del suo tempo, fino al punto di condannarsi a morte da solo. Noi invece, siamo ancora più ignoranti di Don Ferrante, perché, nonostante scienze mediche e statistiche (la scienza normale del nostro tempo), ci dicano, che si tratta di poco più di un influenza, rifiutiamo di credere alla scienza e ci mettiamo nelle mani della politica.
A suo modo Don Ferrante, era un uomo libero e razionale, un liberale senza saperlo, noi, prigionieri delle nostre paure, deleghiamo. Insomma, non  ce la prendiamo con le stelle, ma con i politici, che come da anni  si sente ripetere,  “farebbero sempre troppo poco”.   
Don Ferrante morì peste, noi non moriremo di influenza, ma in prigione.  

Carlo Gambescia



(*) Qualche dato significativo, "antipanico",  dal "Sole24ore",  forse il solo giornale italiano degno di questo nome: «I tassi di mortalità a confronto . Al momento il coronavirus, come hanno appena ribadito i Centri per il Controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) di Washington si sta diffondendo a grande velocità con una mortalità - secondo i dati provenienti dalla Cina - stimata al momento intorno al 2%. La Mers, l'epidemia del coronavirus “mediorientale”, in tutto ha registrato 2494 casi con 858 morti, con un tasso di letalità del 34,4%. La più nota epidemia Sars in due anni ha fatto 8096 casi con 774 morti, con un tasso di letalità del 9,6%. Il virus Ebola, la cui epidemia in corso in Congo è tutt’ora un’emergenza internazionale di salute pubblica dell'Oms, ha un tasso di letalità stimato intorno al 50%. E l’influenza stagionale? La letalità stimata per l'influenza stagionale è inferiore all'uno per mille. Per quest’anno in Italia sono attesi 7 milioni di casi (sotto gli 8 milioni del 2018-2019). Al momento hanno superato i 4,2milioni di casi. Durante la quarta settimana del 2020 - avverte il sito Epicentro dell’Istituto superiore di Sanità – “la mortalità (totale) è stata in linea con il dato atteso, con una media giornaliera di 234 decessi” » (https://www.ilsole24ore.com/art/dal-coronavirus-all-influenza-stagionale-ecco-tassi-mortalita-numeri-mano-ACQQd2IB )
(**) Qui il nostro articolo di ieri: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2020/02/le-epidemie-al-tempo-del-populismo.html    .