lunedì 24 febbraio 2020

Coronavirus  e  assalto ai supermercati
    Leggere Malaparte

A scatenare  il peggio negli  uomini  basta poco. Quale è la paura più grande che attanaglia tutti?  Quella di morire.  
Gli italiani, in particolare, si sono sempre distinti, per la loro abilità, nella  lotta per sopravvivere  a tutti costi,  a danno del vicino, come ben scriveva Malaparte in un famoso libro La pelle, ambientato nella sordida Italia dell’occupazione alleata del 1943-45, uscita dalla bieca dittatura fascista.  
Si dirà che esageriamo, perché  l’istinto di conservazione è comune a tutti  gli uomini. Ma, nel caso degli italiani, c’è un surplus particolarista, se si vuole familista, che si manifesta, ripetiamo non tanto nella lotta  per non morire, nella quale ci si può aiutare con gli altri, quanto  nella  lotta per la sopravvivenza,  che invece, ripetiamo,  esclude l’altro. Nella lotta per sopravvivere, a differenza di quella per non morire, si evidenzia  un effetto sociale negativo.

Si dirà che queste sono fantasie romantiche, intellettualismi da sociologo. In realtà,  quel che è accaduto  ieri in provincia di Milano, ma anche altrove nel Nord,  indica che è iniziata la lotta italiana per la sopravvivenza con un vero e proprio assalto ai supermercati.
Corsi e ricorsi, come si dice. Una classe politica di incapaci e cacasotto, molto simile a quella, pavidissima, dell’Otto Settembre che favorì  l' assalto della plebaglia alle caserme militari,  è riuscita, cedendo all’allarmismo mediatico,  a risvegliare la bestia che è in ogni italiano.
Chi ne vuole  sapere di più si legga Malaparte.

Carlo Gambescia