domenica 16 giugno 2019

Paolo Savona come Toto Cutugno
Lasciatemi cantare…



Paolo Savona è un personaggio pericoloso.  Certo, secondo la  retorica nazionalista  sarebbe  “un italiano vero”, innocuo, buono come quello  della  canzone di Toto Cutugno, con la chitarra in mano che vuole solo cantare e forse  sognare.  Uno stucchevole  motivetto  che sembra invece  piacere  molto a Putin…   
In realtà,  il  suo  primo  discorso da Presidente Consob  è  terrificante. Savona lascia trapelare  il disegno economico  del governo giallo-verde: rovinare l’Italia, e giocare sulla rovina dell’Italia, per ricattare gli altri paesi con la minaccia del contagio  finanziario ed economico.  Insomma,  un italiano vero. Come  Mussolini.

Ci spieghiamo meglio.  Parlare di  un debito pubblico al 200 per cento, come fattore fisiologico, facendo l’esempio del Giappone, dove però a differenza dell’Italia il debito è detenuto dai giapponesi,  significa teorizzare  il suicidio economico. Sorvolando, si fa per dire, sul fatto  che in Giappone (non parliamo solo di produttività) c’è un’etica del lavoro che oggi gli italiani  neppure sognano.   
Il succo del discorso di  Savona è che stampando moneta a gogò ( anche i titoli del debito sono una forma di moneta)  si favoriscono  la  crescita  economica e di riflesso quella del Pil. Pertanto -  ecco il minaccioso pendant -  o  provvede la  Banca Europea, ampliando il suo raggio d'azione,  o provvederà la  Banca Centrale Italiana, facendo un passo indietro. Ovviamente, abbiamo semplificato perché il discorso è  complesso.    
Comunque sia, per Savona, e soprattutto per il  governo giallo-verde,  trattati, accordi e regole sono solo cartastraccia, perché prima  vengono gli italiani. Come? Ora vedremo. 
Che l’inflazione favorisca lo sviluppo e che la spesa pubblica sia neutrale sotto il profilo inflattivo sono  favole.  In alcuni casi l'inflazione  può esser corollario dello sviluppo.  Ma a che prezzo? Quello, se non ci si ferma in tempo, di drogare e destrutturare l'intero sistema economico, distruggendo ogni possibilità di sviluppo. Come? Favorendo l’occupazione figurativa, finanziata attraverso la spesa pubblica.  Finanziamento  che si scarica in termini inflattivi su  salari e stipendi a potere d’acquisto decrescente o di puro giroconto contabile solo virtualmente crescente.  Tradotto:  con una mano si dà (un lavoro),  con l'altra ( l' inflazione) si toglie.   
Insomma, con le politiche alla Savona  lo sviluppo, a  meno che non raggiunga tassi stellari (da economie in decollo),  se lo mangiano l'inflazione e debito  pubblico. Di qui, inevitabilmente, per rinviare la resa dei conti,  nazionalismo, protezionismo, autarchia  e guerre per depredare le altre nazioni.   Altro che i "diktat" della Commissione Ue, in realtà animati  dalle   regole di  buon governo e dai principi del  libero scambio.        
Savona   scommette sul risparmio italiano. Ma  da più di trent’anni gli italiani schifano i titoli di stato. Pertanto  o mente  o pensa all’acquisto obbligatorio - magari  con una proditoria operazione sui conti correnti -  dei futuri titoli di debito pubblico  emessi dal Tesoro.  L’accenno  di Savona all’importanza del risparmio italiano  è  preoccupante.  Una minaccia per  la libertà dei risparmiatori.

Stampare moneta in quantità industriali   - che sia la Banca Centrale Europea o la Banca d’Italia -  non serve a nulla  se  non cresce la produttività, ossia il rapporto tra il prodotto e i fattori delle produzione che, in un data unità di tempo,  contribuiscono  a produrlo.  Pertanto se il costo del lavoro (che è un fattore produttivo)   resta elevato e poco competitivo,    si può stampare tutta la moneta di questo mondo, ma l’economia  non potrà mai ripartire.  Ancora più grave diventa la situazione quando alla bassa produttività si unisce una scarsa o nulla etica del lavoro.     
La moneta in sé, rispetto alla produttività economica,  è una pericolosa illusione politica.
In Italia i livelli di produttività sono al minimo. E pensioni e reddito di cittadinanza  simbolicamente svolgono il ruolo degli  animali sacri nell’induismo. Altro che etica del lavoro. Inutile perciò insistere sulla pericolosità  delle tesi di Savona.
Probabilmente, come accennavano, il Presidente della Consob, gioca, cosa del resto graditissima al governo giallo-verde,  sulla minaccia del tanto peggio tanto meglio, per spaventare i partner europei con il  possibile default dell'Italia,  le cui dimensioni geo-economiche  non sono quelle della Grecia.  
Per ottenere che cosa?  Non crediamo  si tratti solo del permesso di  sforamento del tre per cento. Sarebbe  poco, troppo poco.  Probabilmente, si vuole  l’uscita dall’Ue  o ancora peggio  si confida nella  sua dissoluzione per  linee di  frattura interne.
Che poi  siano obiettivi realistici è un’ altra storia… Savona, sembra buono.  Ricorda, come dicevamo,  quell’ italiano con la chitarra in mano  che chiede solo  di cantare… E  probabilmente di sognare.  Ma a spese di chi?  Semplice. Prima gli italiani...  

Carlo Gambescia