1 Marzo 2013: la Cattedra di San
Pietro è vacante, come del resto quella di Palazzo Chigi, Berlusconi è di
nuovo sotto inchiesta, Bersani insegue i sogni di
gloria, Monti si lecca le ferite. Mentre Gianfranco
Fini ha raggiunto da un
pezzo Ventimiglia.
In attesa che Grillo, Battiato, Celentano, ormai folgorati sulla via della politica, diano vita a una specie di nuovo Caf: il Gbc, magari con la benedizione di Mina e Dario Fo, godiamoci il post di Marco Iacona, giustamente tranchant , su Franco Battiato, già apparso sul suo bloghttp://scandalizzareeundiritto.blogspot.it/2013/02/cera-un-assessore-che-come-me-amava-i.html . Di regola pubblichiamo solo contributi inediti, ma il pezzo dell'amico Iacona meritava uno strappo.
Buona lettura. (C.G.)
In attesa che Grillo, Battiato, Celentano, ormai folgorati sulla via della politica, diano vita a una specie di nuovo Caf: il Gbc, magari con la benedizione di Mina e Dario Fo, godiamoci il post di Marco Iacona, giustamente tranchant , su Franco Battiato, già apparso sul suo bloghttp://scandalizzareeundiritto.blogspot.it/2013/02/cera-un-assessore-che-come-me-amava-i.html . Di regola pubblichiamo solo contributi inediti, ma il pezzo dell'amico Iacona meritava uno strappo.
Buona lettura. (C.G.)
C’era un assessore
che come me amava i Beatles e i Rolling Stones
di Marco Iacona
C’era un assessore
che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. O forse no. Come individuare i
gusti di Franco da Riposto, cantassessore al turismo della regione siciliana?
Già crollante di suo come una palafitta battuta dalle onde? Non sarà il più
bravo al mondo, come assessore e come cantante – si rammenti lo strazio del
brano dedicato alla Callas –, certamente è il più ermetico. Da perfetto
siciliano che gode per la schiacciata d’occhio. Per “l’importante è che capisca
mio compare”, io e lui i prossimi consoli dell’Isola. “E tu muto, rozzo siculo
della razza sbagliata”.
Non amiamo Battiato.
Così a scanso di equivoci. Né la sua faccia da perito tecnico che un giorno
scopre Buddha. Viva i periti tecnici ovviamente. Non ci piacciono gli uomini
dal talento legibus solutus, non ci piacciono i siciliani tutto fumo e…
l’arrosto arriverà domani. Non ci piacciono gli isolani convinti che il mondo
sia un fazzolettino, specialmente se da quel mondo sono passati Fenici-Cartaginesi,
Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi,
Spagnoli, Sabaudi, Austriaci e Borboni, e poi quelli giusti. «Non abbiamo un
grande avvenire dietro le spalle, eppure si insiste nell’inseguire un aureo, ma
inesistente passato», dice Alfio Caruso penna elegante e onesta. Troppe anime,
troppa confusione. Troppi scheletri in un armadio cadente, che si ama troppo e
a sproposito.
Nel cuore di
Catania, città-zombie da terapia intensiva. Vive e lavora un maniscalco bravo
come Leo Messi. Lui non diventerà assessore. Cosa c’entrano i cavalli coi
governi? Battiato, che a scanso di equivoci non amiamo, è un bravo musicista,
ha zero carisma ma mestiere, i suoi cocktail vanno dai cinquanta in giù. È uno
colto, si dice. Ma in Sicilia i colti sono quelli che si danno arie da
pirandellomani. Da maestri jedi-sufi, da celebratori di moschee, da professori
di Hogswarts. Se è vero o no, l’arrosto verrà domani. Lui l’assessore lo fa
perché ha messo in musica versi che lacerano l’intimo come quelli di Verlaine:
«E il mio maestro m’insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire».
Tutti d’un fiato come una medicina stregonesca. Ma che significano nulla. Come
quel “Centro di gravità permanente” che vale un “Almeno tu nell’universo” di
Bruno Lauzi, e tante figate e puccinate da teatro. Battiato recita? Se sì,
male. Il suo programma è l’onestà (pretendereste il contrario?) e la promozione
della Sicilia fuori dalla Sicilia. Un Superman hollywoodiano che combatteva –
ricordate? – per la democrazia, la pace e la libertà. Il programma in musica è
una sorta di antiamericanismo a prescindere. Molto siciliano. Da reuccio
isolano.
Non amiamo Battiato,
a scanso di equivoci. Se ce ne fossero ancora. Amiamo un regista che con la Sicilia non c’entra nulla.
Funzionare nell’arte e nella vita non si può, in una stessa vita. Neanche in un
film. Woody Allen? Sì, lui non cerca l’applauso del volgo profano e puzzoso, se
lo ha per tale: ma dai personaggi che inventa. Faccia il favore Franco, vada al
cinema o legga un buon libro. E dedichi una canzone all’umile maniscalco di
Catania. Che non esiste e che non sarà mai assessore. Malgrado il talento.
Marco Iacona
Marco
Iacona, “dottore di ricerca in pensiero politico e istituzioni nelle società
mediterranee”. Ha scritto tre saggi per il bimestrale “Nuova storia
contemporanea” (numeri: 3/2008; 3/2009 e 4/2010). Autore di sei volumi fra
cui 1968. Le origini
della contestazione globale (Solfanelli 2008),
segnalato al premio per la saggistica edita “Città delle rose” per la sezione
tematiche giovanili (2009); finalista al premio Siderno (2009) e vincitore
“premio selezione” del premio letterario internazionale Arché di Anguillara
Sabazia (2010).
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