mercoledì 13 febbraio 2013

Cercasi Papa “di carattere”



Il titolo è scherzoso, la questione no.  Del resto - sperando di essere perdonati  dai lettori laici -    non possiamo non  restare sul tema  e soprattutto non  affrontare il problema della successione, anche perché ghiottissimo dal punto di vista sociologico. Prendiamo spunto dall’interessante commento di ieri del caro amico Romano Vulpitta:

Caro Carlo,
e' inutile nascondersi dietro al dito. Il richiamo a Celestino e' inevitabile. Abdicare in un momento in cui la Chiesa cattolica e' sotto attacco da integralisti protestanti ed ebrei, significa gettare la spugna. Il Pontefice e' un sovrano assoluto e se vuole puo' piegare la Curia.
Romano Vulpitta

Giusto. Ma il “se vuole” apre la porta all’elemento umano del potere. Il “capo”, qualunque sia la fonte o natura del suo comando, se vuole rimanere tale, deve avere “carattere”, ossia volontà decisionale. Il che però implica, nuovamente,  una questione sociologica di fondo. Vediamo quale.
La volontà del capo dipende dalle istituzioni politiche ? Sì e no. Ci spieghiamo (magari semplificando troppo...):  le istituzioni (di qualsiasi tipo), di regola, dovrebbero selezionare i migliori. Usiamo il condizionale perché spesso vengono designati  i meno capaci sotto il profilo decisionale.   Perché?  I processi di selezione sociale e politica sono  sicuramente governati  dai valori.  Su questo non ci piove. Tuttavia  - ecco il punto sociologico  - dipendono  anche  dal  gioco degli interessi e dai reali  rapporti di forza tra i diversi attori  politici. Quindi, ripetiamo, la volontà decisionale è un "bene personale"  che  trascende la  qualità o la  tipologia delle istituzioni.  Dietro le quali  ci sono sempre gli uomini con i loro pregi e difetti.  Cosicché,  spesso, la “forza di carattere” finisce per non  giovare agli aspiranti capi, perché il  gioco degli  interessi,  in particolare  all' interno di  élite dirigenti inadatte alle  sfide storiche,  comporta   inevitabilmente  la scelta compromissoria di  candidati deboli.

Nel caso del “Papa dimissionario” è di tutta evidenza la natura infelice della scelta fatta a suo tempo. Certo, dal punto di vista dei provvidenzialisti ( si veda il post di ieri), tutto può accadere, dal male può nascere il bene, il Signore vede e  provvede, eccetera, eccetera . Cerchiamo però  di restare, come si dice, con i piedi per terra.  Qual è  il problema  per la Chiesa Cattolica  dopo le "dimissioni" di Benedetto XVI ? Quello di eleggere, finalmente,  un Papa “di carattere”. E qui si impongono due domande. Esistono simili candidati al Soglio Pontificio? E nell’ eventualità la Chiesa - o meglio la sua élite in carne e ossa -  sarà in grado di apprezzarlo ed eleggerlo?

Carlo Gambescia

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