lunedì 2 aprile 2012

La scomparsa di Chinaglia

Onore a Long John!





È morto Giorgio Chinaglia. Chi scrive vede sparire di colpo un bel pezzo dei propri sedici anni. E quindi nel giudizio, tanto sereno non potrà essere. Ma lo si può verso qualcuno che ti è caro come uno zio? Uno zio pecora nera s’intende, bandito dalla famiglia, ma venerato a vita dai nipoti, certo, oggi cresciutelli...
Era un’altra Lazio, erano altri tempi. E la politica non si faceva dentro gli stadi, da frustrati. Anzi la domenica (perché si giocava solo la domenica), si sospendeva il giudizio politico, e via tutti allo stadio a vedere la Lazio di Chinaglia e Maestrelli: comunisti, fascisti, democristiani, bambini, fidanzati, soldati, cameriere, pensionati: nienti spari, niente “scontri”, ma solo "sconti" alle famiglie numerose, voluti dal presidente Lenzini, detto Papa Giovanni. E poi quali scontri? I tifosi avversari arrivavano a Roma, come in gita, per andare a San Pietro e far girare fiaschi di vino tra i vicini di gradinata, laziali inclusi. Che accettavano volentieri. Uscivano tutti ciucchi e manzi manzi… a prescindere dal risultato.
E Chinaglia in mezzo al campo, come un armadio con quattro rotelle: sgraziato, gigantesco per quei tempi (altezza media degli italiani uno e sessantacinque centimetri…), con la testa incassata dentro le spalle. Long John, per l'appunto. Ma quando l'armadio partiva in progressione non lo prendeva più nessuno. E poi che fucilata…Una volta, durante gli allenamenti, ruppe una traversa. Dal botto, se ne accorsero pure le mignotte che sgambettavano giorno e notte, vestitissime a quei tempi, per viale di Tor di Quinto, una specie di composto casino a cielo aperto: automobili, motorini, studenti, venditori di panini e castigate ziette del sesso a pagamento che ci tenevano alla morale, soprattutto per gli studenti... E alle quali, i giocatori della Lazio, nel cuore della notte, Chinaglia in testa, distribuivano lo stesso Cordiale dei militari in bustine plasticate… Era una Lazio-Spaghetti, proprio come il pittoresco western all’italiana, allora in voga. E Chinaglia impersonava Sartana : pugni, pistolettate, cazzotti, pokerini. Vamos a matar, compañeros! Eppure vinse lo scudetto più bello del mondo… Grazie soprattutto al Maestro-Maestrelli, modesto, serio, generoso: uno che sembrava uscito da un film neorealista in bianco e nero... E non dal solito cinepanettone... “Ma da quando ci sei tu, tutto questo non c’è più… Lazio-Azzurra-Lazio-Chiara”, intonavano i tifosi celebrando l'armadio di cui sopra. Che tempi! E Chinaglia si esaltava… Poi andò in America, tornò in Italia, ritornò negli Usa… Sartana scappava inseguito da sceriffi, pistoleros e giudici dai sette capestri. E così, alla fine, il vecchio cuore laziale si è rotto le palle e ha detto basta.
Onore a Long John!



Carlo Gambescia


2 commenti:

  1. Non sono laziale, sostengo il Napoli, tuttavia so riconoscere il valore dello sportivo e dell'uomo. Chinaglia era una bella persona e un grande centravanti, un laziale vero. La Lazio di Maestrelli era una squadra tosta, cazzuta, composta da anarchici uniti da un maestro di sport. Oggi, i calciatori sono pop star, viziate da una stampa prona, milionari senza onore. Grazie Long John.

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  2. Grazie a te, Angelo, per il gentile commento. Da tifoso del Napoli tra l'altro! :-)

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