Viale vs Lunghini
per la sinistra?
Giorgio Lunghini Guido Viale |
Veramente significativo il confronto avvenuto sulle pagine de “il
Manifesto” tra Giorgio Lunghini (1) e Guido Viale (2). Importante, però in
negativo. Perché, purtroppo, proietta fasci di luce sulla confusione
intellettuale che regna a sinistra. E proprio sul determinante piano delle
ricette economiche (non che a destra le cose vadano meglio….). Insomma, sul
"Che fare?" per uscire dalla crisi.
Vediamo intanto quali posizioni sono emerse. La prima è di tipo keynesiano
(Lunghini), la seconda ecologista (Viale).
Secondo Lunghini (nella foto a destra ), si deve agire, e radicalmente, su
produttività, domanda e debito pubblico. Per contro, a parere di Viale (nella
foto a sinistra), Keynes ha fatto il suo tempo, di qui la necessità, di una
riconversione ecologica dell’intera economia. Se Lunghini è sviluppista a tempo
pieno, Viale strizza l’occhio ai decrescisti.
Anche sul ruolo dello Stato non sembrano essere d’accordo: Lunghini condivide
l’interventismo keynesiano, ma non apre bocca sulla necessaria chiusura delle
frontiere che il keynesismo, per poter funzionare, imporrebbe. Mentre Viale,
pur avvertendo la necessità del protezionismo (parla infatti di « governo del
territorio»), proprio per varare misure decresciste, sembra puntare su un
impolitico assemblearismo sessantottino all'insegna del semplicistico
"basta volerlo tutti insieme"...
Perciò i suggerimenti di Lunghini e Viale - ripetiamo - evidenziano lo stato
confusionale in cui versa la cultura economica della sinistra. Dove si continua
a ragionare in termini astratti, ignorando le più elementari questioni
politiche e geopolitiche.
Si dirà, sempre meglio di un passaggio armi e bagagli al “liberismo” di
sinistra degli Alesina e dei Giavazzi, o, per contro, alla teoria dello
Stato-Sindacale patrocinata dalla Cgil… Mah… Il problema è che di ricette
economiche la sinistra sembra averne fin troppe… Una “fantasia” cui si
accompagna l’incapacità di decidere dei vertici politici. E solo per paura di
perdere i voti di un elettorato anarco-statalista, composto di ceti medi protetti
non contrari ad assaporare i frutti un tempo proibiti della società del
benessere. Di qui il vivere alla giornata che ha condotto Bersani a sostenere
il Governo Monti.
Carlo Gambescia
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(1) http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/argomenti/manip2n1/20120216/manip2pz/318142/?tx_maniabbonatimvc_pi2%5Bsezione%5D=COMMUNITY&cHash=acc86a1e50c8027c9c988306d1085a87(2) http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/ricerca/nocache/1/manip2n1/20120223/manip2pg/15/manip2pz/318536/manip2r1/guido%20viale/
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