Gabbie d'acciaio
Il consumo delle droghe in Occidente
(ANSA) - ROMA, 25 MAR - L'Italia e' il
secondo mercato dell'eroina in Europa (dopo l'Inghilterra) ed uno dei primi per
la cocaina. Lo evidenzia la
Relazione 2007 della Direzione centrale servizi antidroga del
Viminale. E aumentano le vittime: sono state 589, 38 in piu' del 2006. Dalla
relazione emerge anche un vertiginoso aumento (+193,67%) dei sequestri di
droghe sintetiche. In aumento anche i sequestri di eroina (+42,96%) mentre
calano quelli di cocaina (-15,32%).
(http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2008-03-25_125179653.html)
La prendiamo da lontano. Le ragioni per cui l’uomo, in alcune circostanze, ricorra all’uso della droga restano misteriose. Esistono numerose spiegazioni di tipo materialistico, psichico, culturale e perfino cultuale, ma nessuna di esse è soddisfacente.
Purtroppo, per limitarci ai fatti, il vero problema è che nel XX secolo il consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope è cresciuto enormemente, soprattutto in Occidente, dove gli stili di vita hanno parallelamente conseguito una straordinaria razionalizzazione ( o standardizzazione), sotto tutti gli aspetti. Probabilmente un ruolo decisivo nella diffusione sociale dell’uso di droghe è stato giocato dalla massificazione che unita alla tecniche capitalistiche di produzione e riproduzione sociale dei beni economici ( e la droga è anche questo), ha messo queste sostanze alla portata di tutti.
Le retoriche sulla liberalizzazione e sulla distinzione tra droghe pesanti e leggere sono successive a questo processo di “massificazione” e di riproduzione sociale dell’uso della droga. Rappresentano, insomma, risposte culturali, politiche e sociali ex post, che qui non possiamo affrontare. Dal momento che il lato più preoccupante della questione è quello ex ante : il nesso sociale tra razionalità formale e irrazionalità sostanziale. Ci spieghiamo meglio.
Come già accennato, l’uso della droga, in quanto legato alla massificazione, riguarda le più diverse classi sociali, e perciò va a situarsi in un contesto sociale, dove spesso una condotta razionale di vita (lavoro, famiglia, amore, vacanze), finisce per includere, razionalmente, anche l’uso sistematico della droga. Che sul piano degli esiti sociali, prescindendo dalla distinzione tra droghe pesanti e leggere, indica una opzione di irrazionalità. Perché l’uso di droghe, alla lunga, può provocare distorsioni nel comportamento razionale e sociale, più o meno gravi.
Tuttavia - ecco il fatto interessante - il punto di sutura sociale tra razionalità e irrazionalità è rappresentato, soprattutto nei giovani, dalla cosiddetta cultura dello “sballo” (per usare un termine giornalistico). Cultura che però va a situarsi razionalmente, nella catena razionale di vita dei giovani (scuola, lavoro, famiglia, eccetera). Dal momento che celebra lo "sballo" come il momento “fisiologico” di una specie di irrazionalità-razionale. Infatti lo "sballo" viene visto come simbolica e momentanea rottura degli schemi “razionali” di vita quotidiana, a patto però di rientravi subito dopo. Ecco l'inderogabile "condizione" sociale che razionalizza l'irrazionale. Purtroppo non tutti i giovani vi riescono...
Di conseguenza, stante questo dispositivo, il crescente uso sociale della droga è praticamente inarrestabile. Perché anch'esso è parte passiva di quel processo di razionalizzazione di tutti gli aspetti della vita sociale che ha segnato il destino dell’Occidente moderno, studiato così bene da Max Weber.
(http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2008-03-25_125179653.html)
La prendiamo da lontano. Le ragioni per cui l’uomo, in alcune circostanze, ricorra all’uso della droga restano misteriose. Esistono numerose spiegazioni di tipo materialistico, psichico, culturale e perfino cultuale, ma nessuna di esse è soddisfacente.
Purtroppo, per limitarci ai fatti, il vero problema è che nel XX secolo il consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope è cresciuto enormemente, soprattutto in Occidente, dove gli stili di vita hanno parallelamente conseguito una straordinaria razionalizzazione ( o standardizzazione), sotto tutti gli aspetti. Probabilmente un ruolo decisivo nella diffusione sociale dell’uso di droghe è stato giocato dalla massificazione che unita alla tecniche capitalistiche di produzione e riproduzione sociale dei beni economici ( e la droga è anche questo), ha messo queste sostanze alla portata di tutti.
Le retoriche sulla liberalizzazione e sulla distinzione tra droghe pesanti e leggere sono successive a questo processo di “massificazione” e di riproduzione sociale dell’uso della droga. Rappresentano, insomma, risposte culturali, politiche e sociali ex post, che qui non possiamo affrontare. Dal momento che il lato più preoccupante della questione è quello ex ante : il nesso sociale tra razionalità formale e irrazionalità sostanziale. Ci spieghiamo meglio.
Come già accennato, l’uso della droga, in quanto legato alla massificazione, riguarda le più diverse classi sociali, e perciò va a situarsi in un contesto sociale, dove spesso una condotta razionale di vita (lavoro, famiglia, amore, vacanze), finisce per includere, razionalmente, anche l’uso sistematico della droga. Che sul piano degli esiti sociali, prescindendo dalla distinzione tra droghe pesanti e leggere, indica una opzione di irrazionalità. Perché l’uso di droghe, alla lunga, può provocare distorsioni nel comportamento razionale e sociale, più o meno gravi.
Tuttavia - ecco il fatto interessante - il punto di sutura sociale tra razionalità e irrazionalità è rappresentato, soprattutto nei giovani, dalla cosiddetta cultura dello “sballo” (per usare un termine giornalistico). Cultura che però va a situarsi razionalmente, nella catena razionale di vita dei giovani (scuola, lavoro, famiglia, eccetera). Dal momento che celebra lo "sballo" come il momento “fisiologico” di una specie di irrazionalità-razionale. Infatti lo "sballo" viene visto come simbolica e momentanea rottura degli schemi “razionali” di vita quotidiana, a patto però di rientravi subito dopo. Ecco l'inderogabile "condizione" sociale che razionalizza l'irrazionale. Purtroppo non tutti i giovani vi riescono...
Di conseguenza, stante questo dispositivo, il crescente uso sociale della droga è praticamente inarrestabile. Perché anch'esso è parte passiva di quel processo di razionalizzazione di tutti gli aspetti della vita sociale che ha segnato il destino dell’Occidente moderno, studiato così bene da Max Weber.
E la riprova di questo fenomeno è nel fatto che l’ uso
sociale della droga viene sempre più benevolmente giudicato (si pensi solo a
certa cultura musicale mediatica...), come “normale e benefica” occasione di
sballo nel quadro di una noiosa vita razionale. E in questo senso il fenomeno
rischia di riguardare non solo i giovani. Proprio perché tutti noi
siamo “soggetti” alle pressioni di un vita razionale e burocraticamente
organizzata. Che tuttavia al tempo stesso favorisce e integra sistematicamente
la "trasgressione" prodotta . Questo meccanismo sociale di crescente
razionalizzazione dell'irrazionale non ha eguali nella storia umana. E per
alcuni è il fiore all'occhiello dell'Occidente. Questione di punti di vista...
Non va perciò escluso, che in un futuro non molto lontano, i diversi tipi di droghe - e non solo il terapeutico metadone, come avviene oggi - possano essere “somministrati ai richiedenti”, direttamente dalle istituzioni, e per ovvie ragioni di consenso sociale. Il che però - attenzione - non è solo un problema di logica del dominio. Ma di sottomissione del potere politico, certo “patteggiata”, a quel gigantesco processo di razionalizzazione della vita sociale, tipico dell’Occidente.
Un processo che, piaccia o meno, non potrà perciò non estendersi, come del resto già sta avvenendo, anche all’uso razionale delle sostanze stupefacenti e psicotrope.
Non va perciò escluso, che in un futuro non molto lontano, i diversi tipi di droghe - e non solo il terapeutico metadone, come avviene oggi - possano essere “somministrati ai richiedenti”, direttamente dalle istituzioni, e per ovvie ragioni di consenso sociale. Il che però - attenzione - non è solo un problema di logica del dominio. Ma di sottomissione del potere politico, certo “patteggiata”, a quel gigantesco processo di razionalizzazione della vita sociale, tipico dell’Occidente.
Un processo che, piaccia o meno, non potrà perciò non estendersi, come del resto già sta avvenendo, anche all’uso razionale delle sostanze stupefacenti e psicotrope.
Pertanto chi oggi si droga, vi acconsente.
Carlo Gambescia
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