Tentazioni, tra sorrisi e languide carezze...
Casini sogna il centro?
Cosa pensare del disegno neocentrista di Casini, soprattutto dopo la
manifestazione di Roma?
Innanzitutto, per dirla brutalmente, è un progetto velleitario. Vediamo perché.
In primo luogo, perché il successo della manifestazione di Roma, almeno sul piano della partecipazione, rafforza la posizione di Berlusconi all’interno della CdL, e ne sposta più decisamente a destra l’asse politico. Come dimostra la presenza di Bossi sul podio. E anche il successo “di popolo” di Fini.
In secondo luogo, perché sembra rafforzarsi nei due poli di destra e sinistra, l’idea di un ritorno al maggioritario. Mentre il progetto neocentrista di Casini è funzionale al proporzionale. Di più: ne dipende strettamente.
In terzo luogo, il centrismo nell’insieme, a destra come a sinistra, può contare attualmente, su un 15-20 per cento dei voti: sufficiente per paralizzare le attività governative, ma non per governare. Il che significa che, in caso di un ritorno del centro partitico, ci troveremmo davanti governi di sinistra-centro (40 a
20), o di destra-centro (40 a
20), anche in caso di permanenza del proporzionale, politicamente instabili.
In quarto luogo, l’ideologia del centro casiniano, non è cattolica ma neppure liberale o sociale. In pratica riflette l’ideologia compromissoria e dorotea della vecchia democrazia cristiana, del dopo De Gasperi, disposta a venire a patto con tutti (salvo le ali estreme), pur di restare al potere.
Detto questo, va comunque sottolineato che il progetto di Casini può essere favorito da eventuali errori o debolezze degli avversari. Infatti un nuovo centro democristiano potrebbe acquisire “relativa” consistenza politica, se a destra come a sinistra (a prescindere dalla riforma del sistema elettorale), dovessero prevalere forze “centripete” ( si pensi agli ex politici democristiani presenti nei due schieramenti). Pertanto il tentativo di Casini, può essere contrastato, ponendo l'accento sui rispettivi profili politici dei due poli. E manifestazioni riuscite come quella di Roma, oppure - per contro - una buona opera di governo, ben caratterizzata a sinistra, vanno in tale direzione.
In conclusione, a destra e sinistra si deve fare il possibile, perché l’elettore italiano, finalmente comprenda, che dietro Casini c’è solo la vecchia palude democristiana.
Innanzitutto, per dirla brutalmente, è un progetto velleitario. Vediamo perché.
In primo luogo, perché il successo della manifestazione di Roma, almeno sul piano della partecipazione, rafforza la posizione di Berlusconi all’interno della CdL, e ne sposta più decisamente a destra l’asse politico. Come dimostra la presenza di Bossi sul podio. E anche il successo “di popolo” di Fini.
In secondo luogo, perché sembra rafforzarsi nei due poli di destra e sinistra, l’idea di un ritorno al maggioritario. Mentre il progetto neocentrista di Casini è funzionale al proporzionale. Di più: ne dipende strettamente.
In terzo luogo, il centrismo nell’insieme, a destra come a sinistra, può contare attualmente, su un 15-20 per cento dei voti: sufficiente per paralizzare le attività governative, ma non per governare. Il che significa che, in caso di un ritorno del centro partitico, ci troveremmo davanti governi di sinistra-centro (
In quarto luogo, l’ideologia del centro casiniano, non è cattolica ma neppure liberale o sociale. In pratica riflette l’ideologia compromissoria e dorotea della vecchia democrazia cristiana, del dopo De Gasperi, disposta a venire a patto con tutti (salvo le ali estreme), pur di restare al potere.
Detto questo, va comunque sottolineato che il progetto di Casini può essere favorito da eventuali errori o debolezze degli avversari. Infatti un nuovo centro democristiano potrebbe acquisire “relativa” consistenza politica, se a destra come a sinistra (a prescindere dalla riforma del sistema elettorale), dovessero prevalere forze “centripete” ( si pensi agli ex politici democristiani presenti nei due schieramenti). Pertanto il tentativo di Casini, può essere contrastato, ponendo l'accento sui rispettivi profili politici dei due poli. E manifestazioni riuscite come quella di Roma, oppure - per contro - una buona opera di governo, ben caratterizzata a sinistra, vanno in tale direzione.
In conclusione, a destra e sinistra si deve fare il possibile, perché l’elettore italiano, finalmente comprenda, che dietro Casini c’è solo la vecchia palude democristiana.
Carlo Gambescia
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