martedì 12 settembre 2006


Moggi & Co. dalla Ventura
Quei bravi ragazzi...


Domenica pomeriggio dalla Ventura mancavano solo Joe Li Causi dal Bronx, i fratelli Miccipicci da Malibù, Jimmy Occhibelli da Saint Louis. Comunque c’era Lucky Moggi da Civitavecchia. Scherziamo: nessuno è colpevole fino a condanna penale definitiva. Per carità…
Ma il clima dalla Ventura era proprio quello delle grandi occasioni. Non dico da Padrino… Anche perché c’era il ministro della Giustizia Clemente Joe Mastella come rappresentante dell’ordine costituito. Insomma c’erano proprio tutti: chiacchiere e... distintivi.
Il povero Lucky Moggi si è subito dichiarato un perseguitato, quasi a reti unificate, visto che lo share doveva in quel momento essere altissimo. E poi, si è subito rivolto al popolo: “Ho scoperto che la gente mi vuole bene”. E qui Gene Gnocchi, di solito così pungente e ironico, è scivolato sotto la sedia, addentando una di quelle micropolpette cui fa pubblicità. Ci prova anche Andrea Vianello, quello di “ Mi manda Rai Tre”, ma viene subito scomunicato e messo e cuccia. La Ventura non fa testo. Mentre il ministro della Giustizia, scioglie addirittura un peana all’indirizzo di Moggi, la cui amicizia dichiara di non avere “ mai rinnegato”... Mi viene in mente un battuta, mi pare, di un film dedicato a certi italo-americani un po’ particolari, Quei bravi ragazzi di Scorsese. “ Ehi Lucky, ti ricordi quei due tipi a Reno, nel deserto? “Certo Joe, li abbiamo inscatolati…” E giù pacche sulle spalle e risate. Un clima non proprio da domenica italiana per famiglie-tipo,sognate da Ciampi.
E la gente? La Nuova Italia ? Invece di intasare i centralini si è gustata il Moggi. Probabilmente lo ama davvero… Invece di precipitarsi in massa sotto gli uffici della Bastiglia-Rai e fare un macello. Che so almeno un girotondo…L’elettroencefalogramma del ceto medio riflessivo è piatto.
La Meandri, che evidentemente ancora non si è ripresa dal furto del telefonino, mentre mangiava in un ristorante romano: opera prima di due giovanissimi zingarelli “armati” di cartoni, ha dichiarato “che non c’è stato assolutamente contraddittorio”. Anche Curzi, il comunista all’amatriciana, ha detto più o meno le stesse cose. E sì perché il problema è dialettico… Perché è giusto in linea di principio, che uno come Moggi, che si è salvato per un pelo dalla radiazione, sia poi chiamato a intervenire nel programma sportivo più importante della Rai. E in che occasione? Alla prima di campionato. Che coincidenze…
E poi dice che uno, magari da solo, si incavola, (visto che agli italiani il pacchetto Moggi pare piaccia…). E che deve fare? Votare a sinistra, così si becca il doppiopacco di Mastella. Votare a destra? Mah… Berlusconi già si starà mangiando le mani, perché televisivamente ha perso un colpo: Moggi lo doveva invitare Mediaset. Insomma, pacco, doppiopacco e contropaccotto.
E' pure inutile buttarla, questa volta, sul sociologico-morale: sulla mancanza di valori nei giovani e nello sport. Insomma, ripetere quelle cose da discorso presidenziale di Capodanno. Qui, nonostante le chiacchiere, è sempre Otto Settembre. Morte della Patria? Sicuramente quella televisiva e sportiva. Ma se agli italiani piace così? E allora si cucchino Moggi, la Ventura, Curzi, Mastella, Gnocchi e compagnia cantante. Ve lo ricordate Alberto Sordi in Tutti a casa: “Pronto comandante i tedeschi si sono alleati con gli americani”. Si sbagliava, e gli spettatori ridevano, per fortuna si sbagliava. Bene, qui pare invece che Moggi si sia alleato televisivamente proprio con gli italiani. Delle due l’una: o è vero e allora è marcia l’Italia (sportiva e non solo…) , oppure è falso e allora sono marce televisione e politica.
Per quel che mi riguarda, comunque sia, questa volta c’è poco da ridere... 

Carlo Gambescia

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