giovedì 7 settembre 2006


Profli/34
Roger Bastide



In un clima generale, sempre più opprimente, dove sembra prevalere l'incomprensione, se non proprio l'odio verso il diverso e lo straniero, va sicuramente riscoperta e studiata da cima a fondo l'opera di Roger Bastide (1898-1974), sociologo ed etnologo francese. Al quale dobbiamo gli studi più interessanti e originali sul problema del rapporto tra civiltà e culture differenti.
Roger Bastide nasce a Nimes nel 1898. I genitori sono istitutori scolastici. Riceve un'educazione religiosa di tipo protestante. Dopo il liceo, ottiene una borsa di studio per l'Ecole Normale Supérieure (1915). Ma a causa delle guerra è costretto a interrompere gli studi. Nonostante tutto riesce a preparare una "Licence de Philosophie" (1916). Dopo di che parte per il fronte come telegrafista (1917) . Finita la guerra ottiene una borsa di studio per l'Università di Bordeaux (1919). Scopre la sociologia (legge avidamente le opere di Durkheim e Mauss). Supera l'Agrégation e inizia a insegnare filosofia nei licei: prima a Clamency, poi a Cahors (1924) e infine a Valence (1927-1937). Svolge anche un'intensa attività politica nel partito socialista. Nel 1938 si trasferisce, grazie ai buoni uffici di G. Dumas, all'Università di San Paolo, in Brasile, per insegnare sociologia. Vi resta fino al 1951. Poi per altri due anni si divide tra San Paolo e Parigi ( 1952-1953) richiamatovi da Lucien Febvre, per ricoprire l'incarico di direttore degli studi all'Ecole Pratique des Hautes Etudes. Si stabilisce definitivamente in Francia nel 1954. In seguito ritornerà in Brasile solo per brevi periodi nel 1962 e nel 1973. Nel 1957, Bastide, che già aveva ricevuto nel 1953 la "Légion d'Honneur" e scritto durante il periodo brasiliano libri significativi, presenta, con grande spirito di umiltà, le sue due tesi di dottorato (quella "maggiore" è sulle religioni afro-brasiliane). Tra gli esaminatori ci sono studiosi che in larga parte lo conoscono e apprezzano da numerosi anni (Gurvitch, R. Aron, Piaget, Leroi-Gourhan, quest'ultimo probabilmente un po' meno...). Passa a pieni voti. E così, nel 1958, al non più giovane "Docteur es Lettres" (sessant'anni), viene finalmente conferita la cattedra di Etnologia sociale e religiosa alla Sorbona. Nel 1959 Bastide crea il Centre de Psychiatrie Sociale ( CREDA). Nel 1962 diviene uno dei responsabili dell' "Année sociologique". Nei primi anni Sessanta, Bastide assiste, senza alcun compiacimento, e pur non nascondendo la sua simpatia per i "decolonizzati, alla caduta finale dell'Impero coloniale francese in Algeria. Nel 1965, sostituisce Gurvitch, scomparso quell'anno, nella direzione del Laboratoire du sociologie de la connaisance. Nel 1968 si ritira dall'insegnamento per raggiunti limiti di età. Sarebbe qui troppo lungo elencare i riconoscimenti da lui ricevuti, da università e istituti di cultura francesi e stranieri. Come è inutile sottolineare la sua "popolarità", non solo accademica, in Brasile: paese che aveva girato in lungo e in largo per motivi di studio, ma anche di sincero amore verso quella terra. Che, a sua volta, non lo dimenticherà mai: nel 1974, anno in cui muore, i suoi funerali, vedranno la partecipazione di un' orchestra brasiliana...
Bastide studia i problemi della diversità e dell'integrazione culturale da un punto di vista non individualistico, ma culturale-strutturale: oggi si direbbe olistico. Il fatto culturale, non viene mai ricondotto al "culturalismo" individuale, come reazione spontanea del singolo. Ma ai "fatti" di coscienza collettiva e culturale. Le civiltà, come gli individui, si incontrano e si scontrano sulla base dei "fatti della coscienza collettiva". I fatti culturali, sono per un verso strutturali, ma per l'altro sono sempre reinterpretati dagli attori sociali. Di qui il giusto riconoscimento metodologico, da parte di Bastide, dell'attività reinterpretativa del singolo. Tuttavia, quando un individuo, che comunque è parte di un gruppo sociale, accetta o respinge certi aspetti culturali provenienti dall' esterno, o da fasi culturali precedenti, li reintepreta, più o meno consapevolmente, attraverso la gerarchia culturale e mentale che distingue il suo gruppo di appartenenza; un mondo con il quale l'individuo, ovviamente, interagisce. Ma da quale non può prescindere. L'etnologo e il sociologo delle religioni devono perciò lavorare non tanto sulle interpretazioni, quanto sulle reintepretazioni: autentiche strutture ( le reinterpretazioni) di strutture (le interpretazioni): come dire, stutture di strutture, che probabilmente rinviano a una sorta di inconscio sociale; un aspetto, quello del rapporto tra inconscio e società, che Bastide indaga avvalendosi della collaborazione di G. Devereux, studioso di etnopischiatria.
Un tipico esempio di strutture di strutture è costituito dalla poligamia africana (interpretazione), che nel "Nuovo Mondo", viene poi praticata dai discendenti (ecco la "reintepretazione") sotto la forma della molteplicità di amanti, ognuna delle quali vive in un quartiere diverso, talvolta nella stessa casa senza che mai vi sia gelosia (come invece avviene tra i bianchi). Di qui la necessità, prima di lasciarsi andare a giudizi moralistici e imporre forme di esclusione sociale, di comprendere quanto siano profondi e sentiti certi comportamenti, in apparenza moralmente criticabili.

Roger Bastide ha scritto 30 libri e circa 1300 articoli scientifici (tra brevi monografie e recensioni). Tra sue sue opere principali ricordiamo: Le problèmes de la vie mystique (1931, Puf, Paris 1996 trad. it. Newton Compton, Roma 1975), Eléments de sociologie religieuse (1935, Stock, Paris 1995), Psycanalyse du Cafuné ( 1941, Bastidiana 1996) Initiation aux recherches sur les intérpénétrations de civilisations (1948, Bastidiana 1998), Sociologie et psychanalyse (1948, Puf, Paris 1995, trad. it. Dedalo, Bari 1972), Le candomblé de Bahia, rite nagò (1958, Plon Paris 2000), Le religion africaines au Brésil (1960. Puf, Paris 1995), Sens et usages du terme structure (a cura di, Mouton & Co., Paris 1962, trad. it. Bompiani 1966), Sociologies des maladies mentales (Flammarion, Paris 1965), Les Amériques noires (1967, L'Harmattan, Paris 1996, trad. it. Sansoni, Firenze 1970), Le prochain et le lointain (1970, L'Harmattan, Paris 2001, trad. it. Jaca Book 1971), Anthropologie appliquée (1971, Stock, Paris 1998), Le reve, la transe et la follie (Flammarion, Paris 1972, trad. it. Jaca Book 1972), La femme de couleur en Amérique Latine (Anthropos, Paris 1974, trad. it. Mazzotta, Milano 1977). Vanno infine ricordati i tre importanti capitoli scritti da Roger Bastide per il Traité de sociologie (1960, trad. it. Il Saggiatore, Milano 1967), , diretto da Georges Gurvitch: Sociologia e psicologia ( vol. I, parte prima, cap. 3°), Probemi dell'incrocio delle civiltà e delle loro opere (vol. II, parte ottava, cap. 5°), Socologia e psicanalisi (vol.II, parte nona, cap. 6°). 

Carlo Gambescia

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