giovedì 1 dicembre 2005

Profili/2

 Nicholas Georgescu-Roegen




Quel che sta accadendo in Val di Susa è un fatto molto importante, perché testimonia la presa di coscienza di una popolazione minacciata da un vero e proprio disastro ecologico. E i relativi conflitti,  dannosi per tutta la popolazione nel suo insieme,  e non importa se pro o contro.  
A questo proposito può essere utile la rilettura dell' opera di un economista controcorrente, sensibilissimo al problema dell'impatto ecologico dell'economia: Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994). Rumeno, di famiglia modesta, professore all'università di Bucarest (1932-1946), Harvard (1934-36, dove conosce Schumpeter) Parigi (studi con Rueff e Aftalion) Londra (studi con Karl Pearson) . Dopo aver ricoperto importanti incarichi in Romania, nel 1948 si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti, dove insegnerà economia alla Vanderbild University (Nashville) fino al 1976, anno del suo ritiro.
Georgescu-Roegen, le cui opere sono state tradotte in Italia da Bollati Boringhieri (www.bollatiboringhieri.it), pone un problema fondamentale: se come ci insegna la termodinamica l'energia tende a dissiparsi e disperdersi nell'universo (processi di entropizzazione), e di conseguenza ogni processo "produttivo" (da quello fisico a quello economico) è senza ritorno, cioè l'energia consumata, per un verso non è ricostituibile e per l'altro in termini di emissioni può danneggiare in maniera irreversibile la natura, diventa allora necessario puntare su risorse energetiche rinnovabili (ad esempio come l'energia solare) e su tecniche produttive "dolci" che insomma non provochino danni ambientali.
Le teorie di Georgescu-Roegen mettono in discussione l'ideologia del progresso, e in particolare del progresso economico, dal momento che a suo avviso i danni provocati alla natura da un capitalismo che inquina sono irreversibili: nel tempo il progresso economico rischia di trasformarsi in regresso ecologico.
Ovviamente, Georgescu-Roegen, pagò con l'isolamento accademico, queste sue idee non conformiste. Tuttavia può essere considerato un precursore di quelle idee di decrescita oggi riprese da economisti come Serge Latouche e liberi studiosi come Alain de Benoist (si vedano a questo proposito i siti www.ariannaeditrice.it e www.libreriaeuropa.it ).
E sicuramente, Georgescu-Roegen, se fosse ancora qui noi, approverebbe senza alcuna esitazione, la "battaglia" degli abitanti della Val di Susa contro la Tav, che non è una battaglia contro il progresso in quanto tale, ma è una lotta contro un progresso senza ritorno, che rischia di provocare danni ambientali irreversibili.
Insomma un "economista" controcorrente che ci aiuta a capire dove sta andando il mondo dell'economia ufficiale, un mondo utilitarista che guarda solo al profitto e trascura il degrado umano e ambientale. Il che di questi tempi non è poco. 

Carlo Gambescia

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