L’editoriale di Gian Antonio Stella sul terremoto
È tornato Nonno Libero
Premessa.
La statistica, soprattutto se economica e sociale è un’arma pericolosa. Arma,
attenzione, come una pistola carica: quindi la pericolosità o meno dipende all’uso che ne può fare chi la impugni. Si prenda l’editoriale di oggi sui terremoti (ormai bisogna usare il
plurale) di Gian Antonio Stella (*). Prima snocciola una selezione di dati, il cui
scopo, in soldoni, è provare 1) che gli italiani vivono su una
polveriera sismica e, cosa più importante, 2) che servono: a) un piano nazionale di ricostruzione secondo criteri anti-sismistici (tradotto: altre tasse), b) l’assicurazione obbligatoria anti-terremoti (tradotto: altro invito all’evasione e ai contenziosi tributari e civilistici). Naturalmente, le lobby assicurative già ringraziano per il regalino. Per inciso, si tratta di una tecnica, sulla quale Stella ha costruito la sua produzione saggistica (e fortuna). Diciamo che ha fornito le armi per la guerra che Grillo ha continuato con altri mezzi. Vecchia tradizione del "Corriere della Sera". Si potrebbe risalire alla guerra tra Giovanni Giolitti e Luigi Albertini, che indirettamente, favorì, l'ascesa di Mussolini (fa anche rima). Infatti, sia Giolitti che Albertini, vennero pensionati. E a vincere fu quella stessa retorica anti-parlamentare alimentata da Albertini & Co.
Forse però la comparazione storica è troppo elevata. Allora, come
definire l'approccio di Stella ? Semplificando, alla Nonno Libero (il simpatico Banfi, non ce ne voglia), ferroviere dello stato in pensione, testimonial
post-datato del welfare catto-comunista: tasse, leggi, obblighi, sindacati e tante nobili parole. Al vento. Come se nei decenni passati, non si fosse speso abbastanza e legificato a oltranza, favorendo sprechi e imbrogli. E perché, all’improvviso le cose dovrebbero cambiare?
In realtà, il problema dell’Italia è un altro. Quello di deregolamentare e far ricostruire ai privati. Certo nel rispetto delle leggi in materia (magari dopo una bella sfoltita). E di finirla con le stupidaggini buoniste alla Nonno Libero (seduto il poltrona tra nipoti e nipotini), tipo quella dei centri storici «risanati e sicuri»… Ma proprio perché sono storici non possono essere sicuri, soprattutto nel zone sismiche. Oppure di chiedere la quadratura del cerchio, tipica di certo populismo socialistoide ( sempre alla Nonno Libero e sempre in poltrona): più controlli meno burocrazia. E come? In Italia poi? Con i sindacati (soprattutto statali) sul piede di guerra.
In realtà, il problema dell’Italia è un altro. Quello di deregolamentare e far ricostruire ai privati. Certo nel rispetto delle leggi in materia (magari dopo una bella sfoltita). E di finirla con le stupidaggini buoniste alla Nonno Libero (seduto il poltrona tra nipoti e nipotini), tipo quella dei centri storici «risanati e sicuri»… Ma proprio perché sono storici non possono essere sicuri, soprattutto nel zone sismiche. Oppure di chiedere la quadratura del cerchio, tipica di certo populismo socialistoide ( sempre alla Nonno Libero e sempre in poltrona): più controlli meno burocrazia. E come? In Italia poi? Con i sindacati (soprattutto statali) sul piede di guerra.
E
qui ci fermiamo, perché, per dirla di
nuovo con Nonno Libero, “una parola è
troppa e due sono poche!”.
Carlo Gambescia
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