venerdì 14 ottobre 2016

La scomparsa di Dario Fo
Uno di meno

Oggi, mentre lavoravo,  mi sono alzato di scatto dalla scrivania. E  dopo un attimo di raccoglimento,  ho cominciato ad alzare ritmicamente le braccia al cielo,  accompagnando il  gesto, come fanno i pellerossa, pardon, i nativi americani,  con movimenti delle  ginocchia, sempre più rapidi,  come  se stessi ballando,  ma  da fermo.  Il tutto accompagnato da gorgoglii,  borborigmi,  e da  una flatulenza, traditrice e rumorosissima, che ha scandalizzato mia moglie…  
Io però, prima che parlasse,  magari per chiedere la separazione, l’ho bloccata: “ Come,  non  riconosci  l’arte di Dario Fo? Sto sfidando il potere.  Celebro un grande artista e mi alleno per il Nobel”.  
Però c’è un problema, ho subito pensato   non sono comunista. Quindi…
Negli anni  Ottanta del secolo scorso  c’era un deputato missino, un omaccione,  non ricordo il nome,  fascistissimo che girava per Roma in camicia nera. Un personaggio patetico.  Ogni volta che al bar ordinava un aperitivo, chiedeva un rosso  e subito  aggiungeva, ad alta voce, guardandosi intorno con tono di sfida: “Uno di meno!”.
Io che non sono fascista, quando ho saputo della morte di Fo, ho pensato la stessa cosa. Devo preoccuparmi?   

Carlo Gambescia
       

           

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